Lettura del bilancio di esercizio

:: A cura della Redazione Scientifica MELIUSform ::

Il bilancio, oltre ad essere un documento obbligatorio per legge, è uno strumento di informazione, monitoraggio e controllo della gestione d'impresa. Come viene spesso precisato dai docenti della Business School Meliusform durante le lezioni dei Master dell'Area Finanza (ad esempio il Master in Finanza e Controllo, in Controllo di Gestione o in Finanza aziendale), un aspirante analista finanziario non può prescindere da una conoscenza approfondita dei documenti di bilancio e dall'acquisizione delle capacità di analisi degli stessi. 
Il bilancio, o “bilancio d'esercizio”, è un documento compilato dalle imprese a fine anno sia per rispondere ad obblighi giuridici e fiscali, sia per esigenze gestionali interne. Saper leggere un bilancio consente di ottenere informazioni sullo stato di salute dell'impresa, sulla sua redditività e sulle sue prospettive di crescita. 
Il bilancio fotografa l'impresa in un dato momento, tipicamente il 31 dicembre di ogni anno. Poiché l'impresa non è mai un'entità statica ma si evolve di continuo, è sempre bene confrontare tra di loro più bilanci relativi a diversi anni d'esercizio, così da ottenere dei trend utili a rispondere ad alcune domande cruciali: l'impresa è in crescita? Come si posiziona rispetto ai benchmark nel settore di riferimento? Gli elementi critici sono stati risolti o sono in via di risoluzione? 
Un singolo bilancio fornisce ben poche informazioni senza un confronto analitico con i precedenti bilanci della stessa azienda o con altri documenti significativi, ad esempio con gli indici ricavati dai bilanci di aziende che operano nello stesso settore (qui un approfondimento sull'analisi di bilancio per indici). Per questo, gli analisti finanziari devono essere in grado di utilizzare i dati registrati in bilancio per compiere osservazioni più complesse e approfondite come quelle permesse dall'analisi per flussi
 

I documenti che compongono il bilancio

Il bilancio d'esercizio è composto da più documenti obbligatori: Stato Patrimoniale (SP), Conto Economico (CE) e Nota Integrativa (NI). Per imparare a leggere il bilancio è importante familiarizzare con ciascuno di questi tre documenti.

 

Stato Patrimoniale (SP)

Il primo documento di cui è composto il bilancio d'esercizio è lo stato patrimoniale, che descrive la situazione finanziaria di un'impresa al 31 dicembre, sebbene l'impresa, superando l'obbligatorietà dei bilanci, avrebbe bisogno di redigere anche delle situazioni finanziarie intermedie (es. semestrale) per finalità di controllo e monitoraggio periodico interno. Nel bilancio, lo stato patrimoniale è suddiviso in due sezioni: attività e passività, e nell'ambito delle passività è ricompreso anche il "patrimonio netto" (sebbene non costituisca una sezione del passivo e trovi collocazione tra le passività solo per finalità bilancistiche). 
In molti modelli bilancistici con finalità di analisi finanziaria, lo stato patrimoniale viene spesso presentato a sezioni contrapposte (ovvero attività e passività (più patrimonio netto) l'una accanto all'altra, per favorire una lettura più semplice e veloce dell'equilibrio finanziario. 
Volendo offrire una informazione sintetica dei principali aggregati dello Stato Patrimoniale, si potrebbe affermare che: 
  • Le attività indicano tutti i beni, le proprietà possedute e i crediti non ancora riscossi da parte dell'impresa. Un altro modo di considerare le "attività" dello SP è quello di equipararle agli "investimenti" (impieghi) che hanno assorbito le risorse finanziarie acquisite dall'impresa, che trovano allocazione contabile nella sezione del passivo e del patrimonio netto dello Stato Patrimoniale.
  • Le passività indicano tutti i debiti dell'impresa. Un altro modo di considerare le "passività" dello Stato Patrimoniale è quello di equipararle alle "fonti di finanziamento" che hanno contribuito alla creazione degli impieghi (investimenti) in impresa, che trovano allocazione contabile nella sezione attiva dello SP.
  • Il patrimonio netto si riferisce ai diritti dei proprietari/soci sui beni dell'azienda. Anch'essi possono considerarsi come "fonti di finanziamento" che hanno contribuito alla creazione degli impieghi.
 
Le attività indicate nello stato patrimoniale di un bilancio sono suddivise in attività correnti (o circolanti) e attività fisse. Le attività correnti includono il denaro liquido e tutte le attività che, almeno in teoria, potrebbero essere rapidamente trasformate in liquidità. Nei casi più comuni, le attività correnti sono: 
  • Cassa: denaro contante, solitamente depositato in banca.
  • Titoli negoziabili: titoli privi di vincoli a lungo termine che possono perciò essere tradotti in liquidità in breve tempo.
  • Crediti verso i clienti: somme dovute dai clienti per lavori già eseguiti o prodotti già consegnati., Tali somme devono essere calcolate al netto del fondo di svalutazione crediti, che si basa su una stima dei crediti inesigibili.
  • Rimanenze: , indicano il valore dato dall'insieme delle materie prime, dei semilavorati e dei prodotti finiti non ancora trasformati, consegnati e venduti, ma nell'ambito di questa sezione sono ricomprese anche quelle commesse (per servizi o opere) iniziate ma non ancora completate.
  • Ratei e risconti attivi.

Oltre alle attività correnti, uno stato patrimoniale riporta anche le attività fisse, ovvero tutte le attività non destinate alla vendita o alla trasformazione monetaria nel corso dell'esercizio (convenzionalmente inteso come anno solare) ma utilizzate su un arco temporale pluriennale . Nelle attività fisse, solitamente, ci sono le proprietà “materiali” (immobili e non solo) che l'impresa utilizza per la sua attività ordinaria: uffici, attrezzature, capannoni, rimesse, veicoli etc. Le attività fisse avendo una funzione economica pluriennale ed essendo soggette ad una svalutazione/obsolescenza dovuta al loro stesso utilizzo, vengono conteggiate nello Stato Patrimoniale al netto dei loro rispettivi fondi d'ammortamento. 
Tra le attività fisse, accanto alle proprietà “materiali”, figurano le immobilizzazioni immateriali (dalla caratteristica di essere "intangibili", come i marchi, le licenze e i brevetti) e le immobilizzazioni finanziarie (investimenti finanziari a lungo termine). 
Le passività, invece, si dividono in passività correnti (o circolanti) e a lungo termine. Le passività correnti sono quelle che diventeranno esigibili (da parte dei creditori dell'impresa) entro l'anno, come ad esempio: 
  • debiti verso i fornitori: si tratta delle somme dovute ai fornitori entro le date stabilite da contratto;
  • effetti passivi: debiti con sottoscrizione di cambiali;
  • ratei e risconti passivi: sono l'inverso dei ratei e risconti attivi;
  • imposte sul reddito da liquidare: sono gli importi dovuti entro l'anno al fisco.

Esistono poi le passività a lungo termine, ovvero i debiti che non devono essere necessariamente saldati entro l'anno di esercizio. Le tipologie più comuni sono:
  • Obbligazioni;
  • Tfr;
  • Mutui.
 
Insieme alle passività c'è il patrimonio netto, ovvero i diritti dei proprietari o soci di un'azienda sull'azienda stessa. Per calcolare il patrimonio netto basta sottrarre alle attività tutte le passività: quello che resta è ciò che spetterebbe alla proprietà se si decidesse di cedere l'azienda. Il patrimonio netto andrebbe ripartito tra i vari proprietari o soci in base alle quote di partecipazione sociale o alla forma giuridica della società. Il patrimonio netto include il capitale sociale (quote di partecipazione), le riserve e gli utili non distribuiti. 

Di seguito si indicano alcuni aggregati di voci importanti da analizzare durante una più accorta analisi dello stato patrimoniale: 
  • Capitale circolante netto: si tratta semplicemente della differenza tra attività correnti e passività correnti. 
  • Liquidità: sono le attività correnti meno le rimanenze, perché quest ultime difficilmente potranno essere convertite in liquidità in tempi sufficientemente rapidi tanto da entrare a far parte delle liquidità. Dalle liquidità si ottiene l'acid test, ovvero il "quoziente di tesoreria" : rapporto tra le liquidità e le passività correnti. 
  • Quoziente di disponibilità: si calcola come attività correnti diviso passività correnti ("current ratio"). 
 
Si teorizza molto sull'efficacia interpretativa di questi indici nell'evidenziare un possibile stato di equilibrio finanziario dell'impresa (ad esempio un acid test inferiore a 0,5 è negativo, tra 0,5 e 1 nella norma, superiore a 1 ottimo), ma in realtà questi "ratios" sono spesso fuorvianti in quanto presentano dei limiti che non aiutano a conferire certezza nel loro significato interpretativo (vedere il maggior approfondimento sull'analisi di bilancio per indici) . 
 

Il conto economico

Il conto economico rappresenta in modo dinamico i ricavi e i costi di un'azienda. Rispetto allo stato patrimoniale, che descrive la situazione finanziaria, il conto economico si sofferma sul risultato dell'esercizio , che può consistere in un utile (se l'attività è andata bene) o in una perdita (nel caso in cui sia andata male). Per ottenere l'utile netto bisogna sommare tutti i ricavi e sottrarre al risultato la somma di tutti i costi. 
I ricavi sono dati dalla somma di: 
  • Ricavi netti: tutti ricavi incassati per lo svolgimento dell'attività primaria dell'impresa;
  • Entrate diverse: sono le entrate che non fanno parte dei "ricavi netti". Tra questi rientrano i proventi finanziari, ( utili da partecipazioni o interessi attivi da investimenti effettuati).
I costi sono dati dalla somma di: 
  • Costi operativi: sono ad esempio i costi di produzione del venduto (materie prime, costi di manodopera etc.) o i costi amministrativi e/o commerciali;
  • Oneri finanziari: interessi passivi pagati ai finanziatori dell'impresa (banche, obbligazionisti, ecc.);
  • Imposte sul reddito.
Oltre alle voci indicate, possono esservene altre a seconda della tipologia e della storia dell'impresa, ad esempio gli oneri o le entrate straordinarie, che si verificano occasionalmente e che vanno computati a parte. 
 

La Nota Integrativa

Il terzo documento in cui ci si imbatte durante la lettura di un bilancio d'esercizio è la Nota Integrativa, che offre informazioni più di dettaglio su alcune voci dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico. 
La lettura di questo documento può dare informazioni integrative sull'impiego dei capitali e sull'uso delle fonti di finanziamento. 
 

Lettura e analisi di bilancio: una conclusione

Dai dati presentati finora sarà emerso in modo chiaro come leggere il bilancio di esercizio non sia cosa semplice o scontata. Risulterà altresì evidente che la capacità di comprendere e soprattutto analizzare i documenti che compongono un bilancio è di estrema importanza per imprenditori, manager o professionisti del settore finanziario. Affidarsi ad una Business School assume pertanto un ruolo strategico in un percorso di carriera orientato alla copertura di ruoli di responsabilità in azienda.

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Il percorso per diventare un professionista esperto di Finanza e Controllo richiede determinazione e impegno: per la formazione delle competenze specialistiche, ci sono i Master in Finanza e Controllo di Meliusform Business School.

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