Controllo di gestione direzionale e strategico

:: A cura della Redazione Scientifica MELIUSform ::

Il controllo di gestione occupa una posizione centrale nei programmi dei Master di Area Finanza della Business School Meliusform. L'esperto in Programmazione aziendale e Controllo di Gestione è tra le figure più richieste dalle aziende e una forte specializzazione nel campo può fare la differenza nel percorso di carriera dello specialista in materie economico-finanziarie. Ma che cos'è il controllo di gestione e quali sono le sue evoluzioni di fronte ai mutamenti che stanno rendendo gli scenari finanziari, economici e d'impresa orientati ad una complessità sempre maggiore? Per prima cosa occorre precisare che è impossibile parlare di controllo di gestione senza definire correttamente termini come "pianificazione" e "programmazione e controllo". Volendo operare una semplificazione estrema, pianificazione, programmazione e controllo possono essere definiti come segue. La pianificazione è l'attività volta a valutare la fattibilità delle idee e a tradurre queste ultime in precise linee strategiche d'azione secondo un modello di sviluppo di lungo periodo. La programmazione è l'attività intesa a tradurre le linee indicate in sede di pianificazione in scelte concrete (operative). Il controllo rappresenta il momento della verifica dell'effettiva realizzazione dell'attività di programmazione. Il concetto di controllo è stato negli anni fortemente rivisto dagli esperti del settore: nei prossimi paragrafi si osserverà più da vicino questo processo evolutivo.

Il controllo direzionale

Il controllo direzionale, detto più comunemente controllo di gestione, è il sistema operativo (o processo) con cui i manager verificano che le risorse siano state utilizzate per il raggiungimento degli obiettivi aziendali in modo efficace ed efficiente. Gli obiettivi, come è stato già spiegato, vengono preventivamente definiti in sede di pianificazione e di programmazione, ma spetta al management deputato al controllo di gestione sorvegliare sulla loro attuazione e sulle metodologie applicate per il loro raggiungimento. Proprio qui entra in gioco il binomio efficienza/efficacia, che incide sull'attività di controllo del management imponendo standard qualitativi elevati e trasformando il controllo in una questione di metodo oltre che di merito. Il controllo direzionale può esercitarsi in tre direzioni:

  • sui comportamenti: per esercitare il controllo direzionale sui comportamenti si fa affidamento a procedure burocratiche e gerarchie legittimate che impongono una rigida serie di controlli sul comportamento dei manager;
  • sui meccanismi culturali: esercizio più sottile che punta a diffondere dei modelli comportamentali in azienda attraverso processi formativi e comunicativi;
  • sui risultati: la valutazione dell'operato dei manager viene effettuata su risultati conseguiti.

Negli ultimi trent'anni, il controllo direzionale è stato sottoposto ad un processo di critica e revisione che ha portato ad uno stravolgimento e ad una profonda innovazione del concetto stesso. In un panorama economico, finanziario e produttivo sempre più articolato, interrelato e competitivo, ai manager si richiede una forte capacità di cogliere i nessi tra fenomeni apparentemente distanti effettuando analisi con occhio vigile rispetto al contesto e ai processi evolutivi. In questa nuova accezione, il controllo di gestione deve tener conto di almeno quattro variabili:

  • costi
  • qualità
  • tempi
  • varietà di prodotto

Il sistema di direzione non può più basarsi esclusivamente sulla variabile costi – che a sua volta contava quasi esclusivamente su strumenti contabili e operativi – ma allargarsi fino ad accogliere la “sfida della complessità” attraverso una concezione innovativa del controllo di gestione: il controllo strategico.

Il controllo strategico

Il controllo strategico supera gli schematismi e le rigidità metodologiche del controllo direzionale classico e mostra una maggiore sensibilità alle variabili competitive e al contesto esterno. Per usare una definizione dei docenti della Business School Meliusform, il controllo strategico può essere inteso come un “meccanismo operativo che aiuti a catturare nell'attività di gestione operativa la dimensione strategica”. Il controllo strategico impone il ripensamento del paradigma classico del controller, che agiva supportato da rigidi parametri monetari (ad esempio i ratios ROE e ROI) senza alcun interesse a calare l'impresa nel suo contesto di riferimento o a guardare oltre gli steccati temporali imposti dall'esercizio. Il controllo strategico si prefigge invece lo scopo di studiare l'impresa nel suo ambiente e di allargare il focus di osservazione in senso diacronico, dando quindi profondità storica ai dati economici. Anche nel campo dell'analisi di bilancio, d'altra parte, è oggi opinione diffusa che i dati in bilancio vadano letti in un'ottica comparativa, creando serie storiche o che facciano riferimento al benchmark del settore. Passando dall'analisi di bilancio al controllo di gestione, che punta a sciogliere nodi strategici oltre che operativi, questo concetto non può che trovare ulteriore conferma. Come è chiaro fin dal nome, la strategia è al centro del nuovo concetto di controllo di gestione, e richiede:

  • la capacità di contestualizzare l'impresa nello spazio e nel tempo;
  • l'attenzione alla qualità oltre che alla quantità;
  • una visione dinamica delle trasformazioni dell'impresa e degli scenari di riferimento.

Il controllo strategico va nella direzione di favorire il cambiamento e l'innovazione e adotta un'ottica strategica e orientata al futuro, che aiuti l'impresa a sviluppare capacità di ascolto, osservazione e apprendimento. La visione di lungo periodo deve però sapersi conciliare con la capacità di analizzare tempestivamente i risultati, nell'ottica di acquisire la flessibilità necessaria a cambiare direzione in modo proattivo. Il controllo strategico non richiede certamente una rinuncia agli strumenti tradizionali dell'analisi aziendale e del controllo di gestione come l'analisi di bilancio per flussi, la ratio analysis, il business plan o la contabilità generale, ma impone di affiancare a queste competenze gli strumenti analitici che consentano un approccio euristico e globale alla gestione d'impresa. A questo punto, sarà chiaro come la sfida della complessità imponga non solo un mutamento di prospettiva che è prima di tutto culturale, ma anche un adeguamento degli strumenti formativi che possano accompagnare i manager verso un ruolo nuovo. Da questo punto di vista, i percorsi formativi della Business School Meliusform sono la risposta alle nuove esigenze del mercato del lavoro e delle professioni in ambito finanziario. Per ottenere informazioni dettagliate sui Master e sui Corsi in partenza è sufficiente contattare la Business School.

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Il percorso per diventare un professionista esperto di Finanza e Controllo richiede determinazione e impegno: per la formazione delle competenze specialistiche, ci sono i Master in Finanza e Controllo di Meliusform Business School.

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