Dimissioni telematiche 

:: A cura della Redazione Scientifica MELIUSform ::

Un fenomeno ormai diffuso da parecchi anni è quello delle dimissioni in bianco, con il quale il datore di lavoro, in sede di assunzione, impone al proprio dipendente la firma di una lettera di dimissioni senza apporre la data, lasciandola così “in bianco”. In questo modo egli può utilizzare la lettera in qualsiasi momento, e sfruttarla come strumento di ricatto.

Un tentativo volto ad ovviare tale pratica illecita è stato compiuto con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 151 del 2015, attuativo del Jobs Act, recante “Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” e il successivo decreto del 15 dicembre 2015 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

L’articolo 26 del decreto legislativo regolamenta le dimissioni volontarie; in base a questa nuova normativa, le dimissioni devono avvenire, pena la loro inefficacia, esclusivamente con modalità telematiche.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come inoltrare le dimissioni telematiche?

Dal 12 Marzo 2016, chi desidera dimettersi dovrà effettuare online la comunicazione di recesso, senza ricorrere più a raccomandate, comunicazioni verbali o telefonate, ma visualizzando appositi moduli resi disponibili dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (sul sito ufficiale) che dovranno essere trasmessi, in seguito, al datore di lavoro ed alla direzione territoriale del lavoro competente.

In questo caso un primo problema potrebbe presentarsi per quei lavoratori che non hanno dimestichezza con il mondo telematico o non possiedono un PC  o che in generale non fanno parte della generazione dei nativi digitali. Tali lavoratori potrebbero non avere i mezzi per inoltrare le richieste o per farlo in maniera corretta e completa.

A questo proposito, la legge offre al lavoratore la possibilità di compilare il modulo autonomamente, richiedendo l’apposito PIN rilasciato dall’I.N.P.S. o, in alternativa di ricorrere al supporto di un soggetto abilitato: un patronato, un’organizzazione sindacale, un ente bilaterale o una commissione di certificazione.

Una volta terminata la compilazione e apposta la firma digitale, l’utente riceverà, dal sistema informatico ministeriale, una certificazione che attesta la provenienza, la data e l’ora della sottoscrizione. In seguito si può procedere all’invio al datore di lavoro, al quale è consentito esclusivamente prendere visione della comunicazione, senza effettuare alcuna modifica.

Resta fermo, per il lavoratore, l’obbligo di rispettare il termine di preavviso.

Il lavoratore può ritirare le proprie dimissioni entro 7 giorni dall’invio e anche in tale circostanza potrebbero manifestarsi delle criticità, ad esempio nel caso in cui, in tale arco temporale, il dipendente sia stato già sostituito: l’azienda si ritroverebbe con un impiegato in più.

Chi NON può presentare le dimissioni telematiche?

Le dimissioni online potranno essere effettuate da tutti i lavoratori subordinati del settore privato, con l’esclusione di:

  • genitori lavoratori nelle ipotesi previste e indicate nell’articolo 55, comma 4 del Decreto Legislativo n.151/2001 che prevedono la convalida presso gli Uffici territoriali competenti;
  • lavoratori domestici;
  • dipendenti della Pubblica Amministrazione;
  • tirocinanti;
  • collaboratori coordinati e continuativi;
  • coloro che sono in un periodo di prova;
  • coloro che hanno un rapporto di lavoro marittimo;

Considerazioni finali

Tale decreto, oltre ad evitare il fenomeno delle dimissioni in bianco, punta a snellire l’intero processo di gestione delle dimissioni stesse; secondo i risultati di un’indagine dalla Fondazione Studi, somministrata ad un campione di 4.000 Consulenti del Lavoro, e pubblicata sul sito Consulenti del Lavoro, a più di un mese dall’entrata in vigore, permangono tuttavia diverse criticità.

Le principali problematiche riguardano i tempi, spesso lunghi, per ottenere il Pin da parte dell’Inps, gli errori effettuati nell'inserire i dati, gli indirizzi di posta elettronica e la Pec del datore di lavoro, le incertezze sulla data di decorrenza delle dimissioni da indicare nel modulo, il trovare assistenza nell’eseguire la procedura e, come accennato, la poca dimestichezza con il computer, soprattutto tra gli over 55.

Per il 92% degli intervistati, la nuova procedura, invece di snellire, complica, addirittura, l’intero processo e a questo si aggiunge un mancato riscontro oggettivo ufficiale sul ridimensionamento del fenomeno delle dimissioni in bianco.

 

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