Nell’attività del Percorso Placement & Career svolta in questi anni abbiamo seguito molti candidati nella preparazione di un colloquio di selezione.

Sicuramente il sentirsi valutati e sotto “esame” è una condizione che può indurre la persona a perdere di vista l’obiettivo di una selezione. Il colloquio di selezione - in particolare il primo che si svolge in un iter selettivo - è un momento in cui il candidato e l’azienda si conoscono per la prima volta “di persona”, e per tale ragione è importante centrare le aspettative del ruolo che il profilo ricercato dal recruiter dovrà avere.

È la cosiddetta “prima impressione” che crea l’imprinting sulla valutazione della motivazione del candidato al ruolo ricercato. Tra gli errori che abbiamo visto commettere ai candidati, ne abbiamo selezionati alcuni tra quelli più eclatanti ed abbiamo deciso di riproporli in chiave ironica, per alleggerire ed allo stesso tempo offrire uno spunto di riflessione.

Ci auguriamo possano essere dei suggerimenti utili da considerare nel momento in cui abbiamo davanti un selezionatore.

 

 

Episodio 1 SE TELEFONANDO

Il primo incontro di selezione è un momento decisivo: ad essere valutate sono la motivazione al ruolo e l’interesse per l’azienda, per cui il candidato deve far in modo di comunicare questo sin dai primi minuti del suo ingresso nel luogo dove avverrà il colloquio di selezione.

La concentrazione è buona amica, perché consente al candidato di curare ogni dettaglio della sua presentazione: dal registro da utilizzare, alla gestualità, ai contenuti che valorizzano il profilo. Considerando questo è meglio evitare distrazioni, perché il tempo che si ha a disposizione deve essere speso in modo ottimale.

 

Episodio 1 SE TELEFONANDO

Il primo incontro di selezione è un momento decisivo: ad essere valutate sono la motivazione al ruolo e l’interesse per l’azienda, per cui il candidato deve far in modo di comunicare questo sin dai primi minuti del suo ingresso nel luogo dove avverrà il colloquio di selezione.

La concentrazione è buona amica, perché consente al candidato di curare ogni dettaglio della sua presentazione: dal registro da utilizzare, alla gestualità, ai contenuti che valorizzano il profilo. Considerando questo è meglio evitare distrazioni, perché il tempo che si ha a disposizione deve essere speso in modo ottimale.

 

Episodio 2 MITI PRETESE

Una volta seduti davanti al recruiter arriva il momento dell’ascolto. Infatti, molto spesso in questa prima parte del colloquio il selezionatore presenta al candidato le caratteristiche della posizione ricercata, facendo anche qualche accenno all’azienda descrivendone gli aspetti più rappresentativi.

È proprio in questa fase che il candidato ha la prima opportunità per comunicare il suo interesse all’azienda, dimostrando al recruiter che ha visto il sito aziendale, che ha avuto modo di curiosare tra le varie sezioni del sito, soprattutto quelle dedicate alla mission ed al gruppo aziendale.

Se abbiamo necessità di fare domande, porgiamole – dopo aver ascoltato – sui temi verso cui il selezionatore sta conducendo il colloquio ed evitare domande che in quell’occasione possono risultare fuori luogo. Funziona così: quando ci si presenta ad una persona che non conosciamo, non chiediamo che numero di piede porta per sapere se potrà in futuro prestarci le sua scarpe!

 

Episodio 3 STELLINA84

Avere un approccio professionale è sempre costruttivo, ed è fondamentale se siamo in cerca di lavoro, e stiamo veicolando la nostra candidatura presso le aziende. Ricorda: le selezioni aperte, giuste per il tuo profilo, sono opportunità importanti, che bisogna gestire al meglio.

La posizione aperta è una, i candidati invece sono molti. Non lasciare nulla al caso, cerca di curare in ogni dettaglio il modo in cui ti presenti, e... cerca di essere reperibile!!

 

Episodio 4 SELEZIONATORE O VEGGENTE?

La privacy è un tema che divide molto. Ci sono persone più aperte e persone più riservate; c’è chi racconta più volentieri i dettagli della propria vita, e chi sente l’esigenza di filtrare con molta attenzione quello che rivela di sé. Non ci sono modi giusti o sbagliati, questa è semplicemente una differenza individuale, e ciascuno può fare le scelte che preferisce. Però questo non è propriamente vero in selezione.

Le domande del selezionatore non servono a violare la vostra privacy, o a scoprire dettagli personali della vostra vita. Servono a conoscervi, ed a rintracciare in voi le esperienze, le competenze ed i talenti che sta ricercando. Il colloquio di selezione non è un “gioco della verità”, in cui il selezionatore deve scoprire più cose di noi possibile, mentre noi cerchiamo di depistarlo o difendere la nostra riservatezza.

E’, al contrario, un momento conoscitivo, in cui si cerca di trovare i punti di contatto tra il profilo ideale ricercato, ed il candidato. Quindi... fatevi conoscere!
 

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Episodio 5 IO MAMMETA E TU

Nei colloqui di Selezione non è soltanto il contenuto della conversazione ad essere oggetto di valutazione. In quel momento, infatti, il candidato si presenta al recruiter con tutto il proprio percorso, la propria storia professionale e personale, il proprio bagaglio. Beh, ecco, magari non proprio tutto il bagaglio: genitori, fidanzati, amici e animali domestici li dovremmo lasciare a casa... o comunque fuori dalla sede del colloquio!

Episodio 6 CERCO LAVORO MA...

Quando non si ha esperienza nel mondo del lavoro, si commettono spesso errori di valutazione. Ad esempio, chi si candida per una posizione in azienda a volte non tiene conto del fatto di non essere l’unico, e di non essere insostituibile. Un profilo giovane, in uscita dall’università o comunque con poca o nessuna esperienza, valutato solo in base allo screening del Curriculum risulterà più o meno equivalente a decine di altri candidati per la stessa posizione.

La differenza la farà il colloquio, nel quale il selezionatore avrà modo di approfondire molti aspetti del candidato, compresi quelli motivazionali e legati alle skill trasversali. Dunque, se cercate lavoro e qualcuno vi invita ad un colloquio selettivo... fate in modo di esserci!

Episodio 7 TESORO CARO

E’ vero, ognuno ha il suo stile personale di relazione. Sicuramente questo emergerà durante i colloqui di Selezione, ed è un bene poichè questo consente al selezionatore di valutare questo aspetto della persona, per verificare se sia adatto o meno al contesto nel quale la risorsa andrà inserita. 

Questo, però, non significa che sia opportuno relazionarsi col recruiter come si farebbe con un amico al bar, né - al contrario – snocciolare un discorso senza senso in “aziendalese”, solo per fare colpo e sembrare professionali.

Siate voi stessi, cercate di stare a vostro agio, ma nello stesso tempo non dimenticate che il selezionatore vi incontra con l’obiettivo di valutare se siete giusti per la sua ricerca. Siate cordiali, gentili, cercate di non essere sopra le righe.

Episodio 8 CHI RISPONDE AL TELEFONO?

Ogni iter selettivo si apre con una telefonata. Ricevere questo contatto significa che il selezionatore ha ricevuto la vostra candidatura ed è interessato ad approfondire la conoscenza del vostro profilo. Se in alcuni casi la telefonata è volta a definire un appuntamento per un incontro, più spesso rappresenta un vero e proprio primo colloquio, ed è attraverso questa conversazione che il recruiter acquisisce ulteriori informazioni su di voi e decide se portarvi avanti nell’iter selettivo, invitandovi ad un colloquio o a prendere parte ad un assessment.

Insomma, in tutti i casi la telefonata è il vostro primo passo dentro il percorso di selezione: fate in modo di gestirla al meglio!


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Episodio 9 L'ABITO NON FA IL MONACO

La buona educazione e la gradevolezza sociale vanno sempre di moda, e dovrebbero essere alla base della convivenza in tutti i settori. L’ambito professionale non fa differenza: è davvero difficile che un recruiter scelga un profilo solo sulla base delle sue competenze professionali, ignorando gli aspetti caratteriali (le “soft skill”) della persona.

Ricordate che la receptionist con buona probabilità scambierà quattro chiacchiere col recruiter; ricordate che le persone che vedete in sede sono colleghi del selezionatore, o sono vostri “concorrenti”.

Cercate di essere adeguati, nel colloquio così come nella vita: tutti i nodi vengono al pettine.

Episodio 10 LE (IN)COMPETENZE

Non dopate le vostre competenze. Gli iter selettivi servono proprio a questo, a rilevare le competenze dei candidati per scegliere quello più corrispondente al profilo ricercato. Descriversi sul curriculum in maniera molto diversa da ciò che si è realmente serve forse ad ottenere un colloquio, ma il risultato sarà quello di far perdere tempo a voi ed al recruiter.

Cercate dunque di presentarvi per ciò che siete, mettendo in luce i vostri punti di forza, e mostrandovi disponibili a migliorare le vostre aree più deboli. Come al solito, siate voi stessi.