A cura dell'Avv. G. Miceli, Giurista

Siamo, certamente, tutti d’accordo nell’affermare che la proprietà intellettuale deve trovare adeguate forme di tutela, specialmente in un mercato in cui la concorrenza si fa sempre più agguerrita.

Secondo il mio personale punto di vista, il sistema brevettuale è importante per l’innovazione. Pensiamo alla Venezia del XV secolo, più in particolare all’isola di Murano che ospitava i mastri vetrai per motivi – diremmo oggi – di sicurezza sul lavoro: le fornaci rappresentavano una situazione di per il centro abitato. Ecco perché, fu stabilito che i mastri lavorassero su quell’isola, distante dalla città senza soprattutto in caso di incendi. Ecco quindi che, la forma alternativa di difesa dell’innovazione – ovvero, la difesa mediante segreto – in realtà nasce ben prima del brevetto, tanto che prima del XV secolo tecnici e artigiani erano organizzati in maniera tale da mantenere segreta la loro tecnologia.

Attraverso la segretezza ci si assicurava il vantaggio competitivo. Il rischio, però, era alto: la scomparsa dei mastri avrebbe comportato la perdita delle innovazioni coperte da segreto.

A quel punto il Senato di Venezia decise di garantire un regime di protezione dalla concorrenza per un certo numero di anni,  alla scadenza dei quali si sarebbe realizzata la condivisione dei segreti. Dunque, nasce così il sistema brevettuale. Attualmente, l’Italia – benché vi sia stata un’impennata del numero dei brevetti – non spicca ai primi posti della classifica europea, né per intensità di brevetti né in termini di occupazione e di PIL.

Nonostante la culla del brevetto sia oggi compresa nei nostri confini nazionali, sono ancora tante le aziende italiane che optano per le forme alternative di difesa dell’invenzione, come il segreto commerciale. Si tratta, probabilmente, di una impostazione di tipo culturale e di uno scarso senso di fiducia verso il sistema di tutela dei propri diritti. Una teoria che potrebbe trovare conferma nell’opposta impostazione che trova generale applicazione in Paesi con la Germania, dove risulta più semplice ed efficiente il sistema sanzionatorio applicabile contro chi copia un’invenzione brevettata.

Resta il fatto che l’innovazione tecnologica – quand’anche brevettabile – può essere tutelata attraverso forme di difesa alternative (al brevetto):

  • difesa mediante pubblicazione "pubblicazione difensiva"
  • difesa mediante segreto che comporta accrescimento del patrimonio di know-how

In relazione alla pubblicazione difensiva, emerge il rischio – paragonabile a quello tipico del brevetto -  che la soluzione inventiva possa sfuggire al controllo del know-how con conseguente possibilità di perdita di ogni diritto su di essa, per effetto della domanda di brevetto presentata da altro soggetto.             
Per evitare tale effetto, alcune aziende optano – in alternativa al brevetto - per la pubblicazione del risultato della propria ricerca su pubblicazioni tecniche a carattere periodico, quanto meno per garantirsi il libero sfruttamento. In tal caso, è consigliabile procedere alla pubblicazione difensiva su prodotti editoriali di cui si detiene il controllo o di limitarne la distribuzione entro stretti confini, per non rischiare di divulgare eccessivamente le informazioni tecnologiche che potrebbero essere sfruttate dai concorrenti.

Invece, in relazione al segreto deve precisarsi che tale opzione riguarda, nella maggior parte dei casi, la categoria del know-how, cioè tecniche, procedure, nozioni che non troverebbero una efficace tutela sul piano brevettuale e che, al contrario, potrebbero – se rese pubbliche – avvantaggiare i concorrenti.

Insomma si tratta di casi in cui a contare è più il segreto che il brevetto.

Si tratta di una protezione aleatoria, opponibile solo nei confronti di chi in maniera illegittima carpisce le informazioni. Al riguardo, deve essere chiaro che non è vietato entrare in possesso di informazioni applicando un reverse engineering di un prodotto di cui lecitamente si detiene il possesso o per effetto di rivelazione accidentale (esempio Giudice).

Il segreto industriale, oltre ad essere una misura alternativa, può costituire una misura complementare al brevetto, nei casi in cui vi sia – ancora – la mancanza dei requisiti di brevettabilità.  

La difesa della proprietà intellettuale diviene una leva strategica da salvaguardare, in particolare per quelle imprese che puntano all’innovazione ed allo sviluppo: in tale prospettiva, Meliusform include nella propria offerta formativa, il Master Specialistico in Proprietà Intellettuale, pensato per rispondere all’esigenza di chi intende acquisire conoscenze specialistiche in materia, divenendo un valido supporto per le aziende. In particolare, una lezione del Master è interamente dedicata alle Invenzioni Industriali con un focus sui Brevetti, i Modelli di utilità e il Segreto industriale.

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* Giurista abilitato alla professione forense – Legal Advisor in Diritto Commerciale e Diritto Industriale. Componente dell’Associazione Nazionale Docenti di Informatica Giuridica e diritto dell’informatica. Membro dell’Associazione Internazionale per la proprietà Intellettuale (AIPPI).

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