Nel valutare la bontà di un corso o della struttura che lo eroga (sia essa scuola, ateneo, fondazione ecc…) la presenza di un accreditamento presso un ente di certificazione garantisce sicuramente il rispetto di alcuni parametri importanti di affidabilità. Capita però spesso che gli enti di certificazione adottino regole di valutazione tra loro molto differenti, e non sempre l’accreditamento conseguente  determina un marchio di garanzia e di qualità che molti – a buona ragione – si attenderebbero.
I corretti criteri di valutazione di un percorso formativo dovrebbero coinvolgere tutte le procedure e tutti gli aspetti dell’organizzazione didattica, sia quelli inerenti alla gestione che quelli relativi ai servizi resi ante, durante e post il corso. Ma questo non sempre avviene con una copertura totale, di quelle che potremmo definire “a 360 gradi”.
Nel complesso, gli enti di accreditamento sono diversi.  In Italia la certificazione più diffusa è l’ Iso 9001:2000, abilitata ad attestare – attraverso un’analisi rigorosa dei processi organizzativi interni – la qualità dei servizi forniti e quindi – di fatto –  si limita alla verifica della correttezza dei processi di erogazione badando poco (se non quasi niente) alla qualità dei contenuti.
Altri accreditamenti sono quelli rilasciati da diverse associazioni che – adottando criteri e metodi più o meno selettivi – rilasciano ‘bollini di qualità’ sotto il nome di svariate etichette.
In ambito nazionale sono da tenere in considerazione l’Asfor (Associazione Italiana per la Formazione Professionale: sicuramente la più importante), l’Sfc (Sistemi Formativi Confindustria), l’Assoconsult e il Cestor (Centro Studi Orientamento).
Invece, in ambito internazionale è anzitutto da citare l’Efmd (European Foundation for Management Development) che ha sviluppato due importanti sistemi: Equis (che accredita l’offerta complessiva di un ente di formazione) e Epas (che certifica invece il singolo master/corso); ancora, importante è anche l’Association of MBAs (con la certificazione Amba che promuove a livello internazionale gli interessi di studenti e diplomati Mba), l’AACSB (che rilascia la certificazione di più alto standard qualitativo su scala mondiale) e l’Eabis.

Nel complesso, risultano essere pochissime le strutture formative italiane che godono del privilegio di essere state ammesse, nella veste di soci, in qualcuna di queste associazioni internazionali, o di vantare l’accreditamento dei loro master o corsi in una delle sigle riportate qui sopra. Tutte associazioni che adottano criteri particolarmente selettivi, e la sola presenza del nome di un ente italiano in una di queste associazioni costituisce elemento di forte garanzia nella scelta di un corso formativo, dal momento che consente di qualificare al massimo il proprio curriculum vitae e – di conseguenza – poterne trarre ottime prospettive di buona carriera professionale.
Come già detto, a livello nazionale è l’Asfor il più prestigioso ente di certificazione italiano, ed ai suoi criteri di valutazione si affidano molte delle nostre business school (oltre che alcuni enti di formazione manageriale)  in buona parte soci dell’associazione. Quindi, in qualche senso, attraverso l’ente che li rappresenta i suoi soci si autocertificano in una sorta di contesto auto referenziante. A questo punto sorge però spontanea la domanda: che fine ha fatto l’auspicata “terzietà” dell’ente certificatore? E da questo, ne deriva un altro quesito: è sempre vero che le scuole che si possono fregiare del titolo di ‘Socio Asfor’ sono in grado di erogare master e corsi di più alta qualità? (vedere il post a riguardo ‘Quali accreditamenti di valore per Master e Scuole?‘)