Nella mia esperienza di docente ho incontrato  ed incontro tantissimi giovani laureati che nella maggioranza  dei casi, ambiscono alla loro valorizzazione in azienda attraverso rapporti di lavoro subordinato o parasubordinato.

 


E’ comunque consistente la presenza di coloro che manifestano spirito imprenditoriale e che hanno magari anche la determinazione o l’opportunità di cimentarsi in imprese nuove o di famiglia. Sono certo che i giovani  che intraprendono questa strada, dopo la partecipazione ad un Master  sono in grado di capitalizzare proficuamente  le conoscenze specialistiche ed i paradigmi gestionali acquisiti, materializzando così un consistente differenziale professionale e competitivo rispetto agli altri giovani imprenditori e capi di azienda che questa opportunità di confronto e di crescita non hanno avuto.

Oggi, quando si discute in tema di conduzione di aziende micro o piccole, che da sole rappresentano il 95 % delle aziende italiane e una percentuale ancor più consistente delle nuove iniziative, si trova condivisione/consenso sul fatto che, in primo luogo, nelle aziende italiane è significativa la perdita di produttività rispetto alla media europea e tale perdita o bassa crescita è spesso dovuta anche alla dispersione elevata (sprechi) di tempo, di capitale umano, di responsabilità individuale, di motivazione, quindi, in buona sostanza, di risorsa economica.

In secondo luogo anche nelle piccole imprese  il punto di equilibrio tra Persona/Risorsa e Persona/Costo è una ricerca ineludibile come per le aziende più grandi, ma si utilizzano ben poco strumenti come i budget integrati e il piano annuale di gestione delle risorse umane. Inoltre, nella micro-impresa e nelle PMI si è molto attenti alla fedeltà, ma si misura meno la prestazione e il contributo individuale e non si coltiva quindi adeguatamente la cultura della responsabilità personale.

Infine i capi delle micro-aziende e delle PMI sono si,  nella stragrande maggioranza, imprenditori  ammirevoli per creatività, energia, capacità realizzativa e notoriamente bravi nell’attività caratteristica della propria impresa, ma sovente poco ferrati in competenze organizzative e gestionali, spesso delegate ai consulenti di turno.

 

Per questa ragione vanno creati i presupposti per una per una efficace azione di diffusione, soprattutto tra le PMI, della ‘cultura d’impresa’, che avrebbe l’effetto non solo di arricchire le competenze gestionali dell’imprenditore (facilitandone l’azione decisionale e strategica), ma costituirebbe anche un reale motore per l’economia e quindi di stimolo all’occupazione giovanile in queste imprese.

A tale riguardo va sottolineato come solo alcuni Master sono progettati proprio con l'intento di corroborare questa cultura organizzativa e gestionale, offrendo un insieme di competenze distintive che non devono mancare a chi svolge funzione imprenditoriale o esercita responsabilità manageriale, in particolare i Master in Finanza & Controllo di Gestione, Direzione del Personale e in Risorse Umane.


In buona sintesi questi percorsi formativi ed esperienziali, devono seguire il  leit-motiv della produttività , nella convinzione che per incrementarla, non solo i collaboratori devono saper esprimere comportamenti orientati al business, ma soprattutto i responsabili -quotidianamente immersi nella complessità e velocità del processo decisionale -possono effettivamente elevare qualità e tempestività delle azioni, per la gestione della micro-organizzazione, spendendo la loro competenza.