Oggi la laurea non è più il passepartout per una occupazione stabile. E se perfino le più collaudate imprese chiudono i battenti non rimane che considerare che l'incertezza professionale è collettiva, e non coinvolge solo i più giovani. Chi perde il lavoro accetta questa situazione con maggiore facilità se la causa è esterna e non riconducibile alle proprie responsabilità. Ma nonostante ciò è innegabile che questo produca comunque una condizione di alienazione. La stessa che si trovano a vivere i giovani che non trovano un lavoro all'altezza delle proprie aspettative o non lo trovano per niente. Ciò che la psicologia suggerisce è di far perno sulla capacità innata dell'uomo di adattarsi ai cambiamenti. In un'epoca in cui il saper fare conta più del sapere bisogna reinventarsi, non smettere di trovare nuovi stimoli, per aprirsi nuove porte. Bisogna innanzitutto essere orientati sul presente, essere positivi e sviluppare pensieri ottimistici è questa la chiave giusta per essere produttivi. La crisi, le notizie dei media, non devono far mai perdere la voglia di fare, di rischiare, di mettersi in gioco e di provare a realizzare i propri obiettivi. La biologia ci ricorda che non ce la fa il più forte, ma chi è più duttile al cambiamento, mentre la storia ci rammenta che sono stati gli uomini caparbi, quelli che non si sono arresi, a portare a casa le vittorie più significative. Volontà, determinazione, competenze, servono oggi come ieri.

A cura della Dott.ssa Margherita Ciciarelli, Psicologa e Psicoterapeuta
(http://www.studiopsicologiaclinicagiuridica.com/)