In questi tempi di crisi è molto difficile trovare un lavoro, per fortuna i giovani italiani stanno dimostrando di non perdersi d'animo. Con il titolo fiammante appena conquistato, i laureati italiani non pretendono chissà quali compensi, né di trovare subito il lavoro sognato. La maggior parte di essi è disposta a mettere da parte ogni pregiudizio e molti svolgono un lavoro in nero. Ma soprattutto i giovani italiani non credono che con la conquista del titolo si possa concludere la loro carriera di studenti. Anzi, dopo aver concluso il consueto ciclo di studi accademici riaprono i libri per dedicarsi a master e corsi di perfezionamento.

Molto spesso indagini e dati statistici tendono a proporre, ai giovani che devono entrare nel mercato del lavoro, l'ipotesi di buttarsi a capofitto alla ricerca di un'occupazione considerando la laurea un traguardo importante. Tuttavia si tratta di messaggi poco chiari che devono essere correttamente interpretati. La ricerca costante di professionisti tecnici, spesso millantate da giornali e mass media, deve essere considerata alla luce di altri fattori. Spesso i parametri di ricerca del personale sono conformati alla caratteristiche dell'azienda, al luogo geografico, alla difficoltà di incontro tra domanda e offerta di lavoro, ad una gestione poco efficace degli strumenti di selezione e reclutamento dei lavoratori. Secondo gli esperti sono questi meccanismi che rendono così penoso l'ingresso nel mondo del lavoro dei laureati, basti solo pensare che nel 2012 su 407 mila nuovi contratti soltanto il 14,5% interessava lavoratori laureati

Tuttavia appare un'urgenza sociale oltre che culturale e lavorativa la promozione dell'istruzione universitaria. Sarebbe auspicabile almeno pareggiare la media europea: negli altri paesi dell'Unione il 29% dei giovani consegue il titolo di laurea e riscontra maggiori occasioni di lavoro rispetto ai coetanei non laureati. In Italia solo il 17% dei diplomati decide di proseguire la sua carriera scolastica.

Eppure la domanda di personale qualificato e laureato esiste anche in Italia.

Secondo AlmaLaurea la disponibilità delle aziende ad assumere giovani dottori è legata alla dimensione, alla capacità di investire nella ricerca e nell'innovazione, all'attitudine ad allargare le dimensioni del proprio bacino di utenza dal livello nazionale a quello internazionale.  Inoltre, spesso in questi casi, la richiesta di lavoro diventa molto particolare. Al candidato è richiesta una formazione accademica brillante e approfondita e talvolta il solo titolo dottorale non è addirittura sufficiente ed è richiesto anche il conseguimento di un master post-lauream. Per fortuna i laureati italiani non sono studenti pigri: il conseguimento di un master è tra gli obiettivi percorsi o resi necessari al termine della laurea.

Il Master ha il merito di creare profili specialistici anche chi ha non ha competenze specifiche. I laureati nelle materie umanistiche come Lettere o Filosofia sono i più soggetti alla minaccia della disoccupazione. Un master, in questi casi, potrebbe aprire strade nuove insperate: dove è scritto che tutti i letterati e filosofi debbano necessariamente diventare insegnati? Ad esempio I master in Gestione delle Risorse umane hanno come fine didattico quello di creare professionisti in grado di operare con profitto nell'organizzazione del capitale umano necessario allo sviluppo e alla competitività delle imprese. Insomma, attuando piani di selezione, formazione e sviluppo del personale, il giovane candidato si trasforma in un HR specialist. Inoltre,  in un master di questo tipo si imparano ad affinare le proprie doti di curiosità, intuito, critica e valutazione. Soprattutto nelle aziende di alto profilo che ricercano dipendenti ben formati e con competenze specifiche, il settore della gestione delle risorse umane ha un ruolo fondamentale.

Un altro settore che offre notevoli possibilità di lavoro è quello in amministrazione, finanza e controllo di gestione. Un master in questo campo è indirizzato a giovani molto ambiziosi che mirano a far carriera nel settore noto come ‘business administration’ che assume sempre più valore anche a livello internazionale, qualora vengano toccati temi importanti come IAS, management accounting, business planning, treasury, financial analysis, ecc. La crisi dei mercati pone le imprese di fronte alla necessità di affinare il loro approccio con strategie sempre più mirate e innovative, ma anche di fronte alla necessità di saper gestire le risorse economiche e finanziarie in modo non solo efficiente, ma anche in modo da intercettare la ripresa efficacemente quando si ripresenterà.

I master in questa area sono molti e talvolta anche costosi, perciò è indispensabile ricercare con cura quello più adatto alle proprie esigenze ed affidarsi a Business School di chiara fama e trasparenza nell’informazione (vedere a tale proposito la nostra categoria ‘confronta master’).