Anche nei luoghi più illustri si può nascondere in una remota stanzetta il tanto famoso “scheletro nell’armadio”. In questo caso parliamo di un armadietto sito nella 57° migliore università del mondo di Ingegneria e Tecnologia (secondo la classifica Top Universities del 2009): Il Politecnico di Milano. 
Più che tutta la struttura, lo scandalo ha coinvolto oltre 20 indagati tra cui un noto professore a contratto presso lo stesso Politecnico di Milano e presso il Mip: Master Imprese Politecnico (vedi articolo correlato).

Il reato sembra consistere in una truffa a danno dell'U.E. per l’ammontare di oltre 50 milioni di euro erogati – negli ultimi 10 anni – a fondo perduto per progetti di ricerca e innovazione tecnologica, molti dei quali non sono mai stati realizzati.
 
Andiamo nel dettaglio: dall'indagine, nata a fine del 2008 da una segnalazione dell'Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode (OLAF), spicca il nome di un ex consulente della Comunità europea, che, sfruttando le conoscenze acquisite all’interno dell’istituzione europea, si è ‘messo in proprio’ e ha organizzato un network di società che chiedevano e ottenevano i finanziamenti.
Le condotte illecite individuate nel corso delle indagini, vanno dalla predisposizione di proposte (finalizzate all'ottenimento del finanziamento) riportanti informazioni non veritiere, alla rendicontazione di spese inesistenti ovvero «gonfiate» attraverso l'utilizzo di falsa documentazione contabile.
L'Unione europea ha già preannunciato l'intenzione di costituirsi parte civile nell'eventuale processo.

Il fatto che questa frode abbia colpito una delle "università italiane della gente che conta”  fa pensare se è davvero necessario spendere fino a 25.000 euro per un Master o un Corso in una struttura che, per quanto stimata, potrebbe nascondere anch’essa qualche trascorso colpevole.

Siamo dell’idea – del tutto opinabile – che la qualità si possa trovare anche presso scuole meno blasonate e dai master non così echeggianti. Consigliamo di fare riferimento alle nostre regole d’oro e imparare a valutare l’effettivo rapporto qualità/prezzo.

Il prestigio non è tutto. Spesso anche l’apparenza inganna.