Essere uno startupper, ormai, regala un’aurea sociale da genio “quasi” compreso capace di costruire idee dal valore innovativo ed inestimabile. Ma è proprio tutto vero?!
 
Grande è la spinta verso l’autoimprenditorialità, orientata alla ricerca di idee originali, idee innovative, idee che rompano gli schemi, che siano “disruptive” come si usa dire nel gergo. Uscire dalla crisi è possibile, con una grande forza di volontà, sicuramente, ed anche un’idea prima di tutto rispondente ad un’esigenza di mercato reale. Sì, perché innovare non vuol dire inventare l’inedito e tanto meno l’innovazione è solo tecnologia; non si deve confondere con l’evoluzione tecnologica, che ne é una semplice conseguenza. L’innovazione è un processo culturale, sia nell’individuo sia nella società, che ci predispone ad un atteggiamento critico e creativo al tempo stesso.
 
Fatta questa precisazione, la domanda seguente da porsi è:

“Come faccio ad inviduare se la mia idea è innovativa tanto da far valere un investimento in tempo ed in risorse per crearne una start up?”
 
Il primo step da seguire per elaborare una risposta completa  è sicuramente capire se la mia idea risponde ad una precisa esigenza di mercato. La domanda a cui è necessario dare una risposta in questa fase è: quale bisogno soddisfa la realizzazione della mia idea di business? Questo punto di partenza non è da sottovalutare, perché molti sono i casi in cui l’idea rimane tale e nessuno è capace di apprezzarla. Un esempio ci viene raccontato da Stefano Capezzone, uno start upper di successo che collabora con l’Associazione Roma Makers che gestisce il FabLab romano: la valigia intelligente o la Valigia Smart. L’idea è quella di una valigia da viaggiatore incallito, sempre pronto a solcare i cieli con un aereo di linea, la cui primaria necessità è avere un trolley di lusso dotato di tecnologia: GPRS o 4G, il Bluetooth ed il Wi-fi  a cui abbinare il sito con la “app” per avere riferimenti precisi su temperatura, pressione o previsioni del tempo. Ma è proprio questo quello di cui ha bisogno un viaggiatore?! Poi, che tipo di viaggiatore si sta considerando: solo aereo, aereo e treno….ed andando avanti arriviamo al secondo step: identificare il target di riferimento.
Dall’analisi delle esigenze di mercato, che devono essere definite e chiare, si passa a vagliare tutte le caratteristiche delle persone che comporranno il target. E’ una riflessione necessaria per focalizzare a quale cliente intende “parlare” la propria idea. Ci sono molti strumenti di visualizzazione che aiutano ad identificare le caratteristiche del target: un esempio sono i canvas, ovvero modelli strutturati di visualizzazione che supportano la fase “anarchica” del brainstorming. Supportano la discussione orientadola efficacemente verso l’obiettivo: costruire ed analizzare il proprio target; per questo ci sono molte risorse on line in creative commons da poter utilizzare.
L’ultimo step per arrivare ad una precisa risposta alla domanda di inizio articolo è PARTECIPARE. E’ necessario essere presenti sui social, partecipare ad eventi ad hoc ed utilizzare ambienti di lavoro “misti” come gli spazi di coworking, dove stabilire relazioni strategiche, oltre che avere un canale di confronto e condivisione con chi ha scelto la vostra stessa strada. Perché un altro mito da sfatare è la riservatezza della vostra idea: un’idea è una proprietà intellettuale legata alla persona o alle persone che l’hanno pensata ed analizzata. E’ difficile che una figura esterna al vostro team riesca realizzare, prima di voi, quello che è nato da una propria riflessione e valutazione personale. La condivisione è un’arma vincente, soprattutto con chi una start up l’ha già creata ed avviata. Vi segnaliamo alcuni ambienti ed eventi ad hoc per questo ultimo step: Italian Startup Scene (ambiente), Frontiers of Interaction (Evento)  Indigeni Digitali (Evento),  Startup Business (ambiente) ed anche un riferimento per cercare il proprio spazio di coworking al sito http://www.coworkingproject.com/.
Tra i commenti ci aspettiamo di leggere alcune delle riposte elaborate rispetto alla riflessione proposta in questo articolo: “Come faccio ad inviduare se la mia idea è innovativa tanto da far valere un investimento in tempo ed in risorse per crearne una start up?”.
Buon lavoro.