Abbiamo già parlato di come il basso livello di cultura economico-finanziaria che si riscontra oggi in gran parte delle imprese, diminuisca drasticamente la possibilità di ripresa di un'azienda schiacciata dalla crisi economica. L'insufficiente formazione di chi la dirige si traduce infatti nell'incapacità di gestire rapidamente e definitivamente i problemi attraverso una sana ed efficace comunicazione interna, dimostrando quindi uno scarso e pericoloso livello di “cultura d'impresa”.

Medesimo deficit che ritroviamo nella formazione di molti manager e dirigenti, in particolare nei settori pubblici, professionisti privi di qualunque competenza finalizzata ad un attento processo di programmazione e pianificazione aziendale, pertanto assolutamente non in grado di stabilire un rapporto veritiero, e quindi credibile, tra le previsioni e le effettive risposte del mercato attraverso una valutazione scientifica dei relativi parametri e modelli statistici.

Ed è questo il punto: la formazione. Abbiamo oggi un'organizzazione accademica assolutamente inetta a formare una classe manageriale ed imprenditoriale con le caratteristiche necessarie all'attuale situazione, capace, cioè, di affrontare le difficoltà di un mercato incerto come quello della crisi, con pesanti ripercussioni sull'intero sistema economico-produttivo.  A ciò va aggiunta certamente una tendenza continua al taglio dei fondi necessari a qualunque tipo di innovazione didattica  unita alla presenza sempre massiccia di titolari di cattedra che chiudono ad ogni modello didattico innovativo o ammodernamento dei metodi.

In questo quadro a tinte alquanto fosche emerge tuttavia uno spiraglio di speranza riposto, come accennavamo, soprattutto al mondo privato delle Business School che offrono Master e Corsi di Alta Formazione che guadagnano sempre più forza e credibilità.

Fondamentale, naturalmente, la presenza di alcune caratteristiche peculiari: la scelta tra un'offerta sin troppo vasta, va infatti sempre ben valutata sulla base delle cosiddette “regole d'oro” di cui abbiamo già parlato, affinché si possano infine stringere in mano quelle chiavi di gestione e governo dell’impresa che, in un quadro integrato, consentano di superare anche i momenti di crisi.