Quali sono i motivi per cui ci si indirizza verso un master o un corso di specializzazione dopo l’ottenimento della laurea universitaria?
Vediamo insieme i più diffusi:
  • è forte il desiderio di approfondire la propria formazione personale e di acquisire competenze specifiche in un determinato settore;
  • si desidera conseguire un “biglietto da visita” credibile al massimo per farsi conoscere da una grande organizzazione aziendale;
  • si possono cogliere le migliori opportunità di lavoro grazie agli stage;
  • si possono conseguire conoscenze mirate rispetto a specifiche figure professionali in rapporto a nuove prospettive professionali;
  • è possibile riqualificare o consolidare esperienze lavorative, rafforzando la propria professionalità.
Rispetto al primo punto occorre distinguere tra coloro che hanno frequentato e conseguito le lauree triennali e coloro che invece provengono dal conseguimento di lauree magistrali. Infatti, rispetto al 77% di chi intende continuare a studiare dopo la laurea triennale, ben il 60,5% si indirizza verso le lauree magistrali, con una forte divergenza tra nord e sud. Nel particolare, il numero maggiore di giovani decisi a proseguire il proprio percorso di studi riguarda laureati residenti nel Mezzogiorno del nostro Paese, a conferma del fatto che si tratta di una scelta dettata soprattutto dalla difficoltà nel trovare lavoro, una situazione che agisce da ‘fertilizzante’ nella decisione di prolungare gli studi attraverso la frequenza di master e corsi di specializzazione. E si tratterebbe di una buona idea se la maggior parte di quelli proposti dal mercato si rivelassero davvero in grado di aumentare la proposta professionale degli studenti in questione più di quanto in grado di fare il “semplice” conseguimento della laurea stessa. Quindi, può addirittura sembrare un paradosso, ma proprio la difficoltà (molto diffusa) dei giovani neo laureati nel trovare una collocazione adeguata nell’ambito del mercato del lavoro produce l’iniquo effetto di favorire la proliferazione dell’offerta formativa di master e corsi sul mercato, spesso di dubbia qualità.
Di conseguenza, la domanda principe in casi come questi è: la frequenza di un master o di un corso formativo, sul curriculum vitae di un candidato, costituisce o meno un elemento discriminante ai fini di una selezione professionale? Sì, ma è necessario valutare con cura contenuti, docenti, ufficio placement e credibilità dell'istituzione formativa scelta.
In verità, è opportuno avere ben chiaro che in Italia ci troviamo nella paradossale situazione in cui le aziende impegnate nell’assunzione di giovani laureati vivono una situazione di confusione dovuta all’abbassamento qualitativo del titolo accademico (una conseguenza dell’introduzione dell’ultima riforma universitaria) e alla massiccia offerta di master che hanno invaso il mercato, molte volte carenti di un adeguato sistema di certificazione e valutazione che possa fornire ai direttori del personale delle aziende un ausilio reale nella scelta.
Inoltre, il tessuto produttivo italiano, costituito perlopiù dalla piccola e media impresa, fatica a valorizzare i giovani formati a più alti livelli, contribuendo all’allungamento dei tempi del loro ingresso nel mondo del lavoro.
E' dunque sempre più sentita l'esigenza di un sistema di certificazione che permetta scelte consapevoli capaci di distinguere tra proposte eccellenti e "specchietti per le allodole", anche offrendo alle aziende modelli di valutazione trasparenti e inconfutabili.
Un compito che vuole assolvere, al meglio e per la massima chiarezza e trasparenza dei nostri lettori, anche questo nostro blog.