Solitamente, le lauree che aprono le maggior possibilità occupazionali in impresa sono quelle di derivazione economico/giuridica e, più in generale, quelle gestionali/manageriali. Come può, invece, chi ha una formazione di stampo umanistico, trovare una strada di ingresso al lavoro in azienda? Uno spazio c’è, ed è all’interno dell’Ufficio del Personale, in particolare nella funzione Risorse Umane.

Infatti, se nell’Ufficio del Personale i compiti di Amministrazione del Personale sono svolti da figure con provenienza giuridico-economica, a proprio agio con contrattualistica, normativa, adempimenti, elaborazione paghe e contributi, per i ruoli più propriamente legati alle “Risorse Umane” sono solitamente preferite figure che provengono dalla facoltà di Psicologia o Sociologia, oppure – più in generale – da studi umanistici. Proprio questa è la ragione per cui molti laureati in lettere, filosofia e affini, al momento della ricerca dell’occupazione, scelgono un Master in Risorse Umane per costruirsi una professionalità spendibile in azienda.

Molto spesso, però, neanche chi si avvicina a questo settore sa esattamente di cosa si tratta. Molti intuiscono che l’attività riguardi la selezione o la formazione, ma in fondo di cosa si occupa esattamente chi lavora in Risorse Umane? Quali sono le logiche sottostanti? Perché questa funzione è sempre più considerata una delle principali leve strategiche in impresa?

Analizziamo il termine “Risorse Umane”. Con questa espressione si identifica l’aspetto di valore o capitale (risorse) che l’azienda possiede in termini di professionalità e competenze del proprio personale (umane).

Questo capitale va salvaguardato, curato e sviluppato esattamente come le altre risorse aziendali (disponibilità finanziarie, attrezzature, tecnologia ecc) con la consapevolezza che le competenze e la qualità del lavoro umano rappresentano un importantissimo vantaggio competitivo e di sviluppo per l’azienda stessa.

Se è ovvio che non si può pensare ad un’azienda di trasporti che operi con veicoli col motore fuso, o ad un’industria che lavori con macchine non ottimizzate e mal funzionanti, o in generale a un’impresa che lavori efficacemente ed efficientemente senza un’adeguata pianificazione e controllo degli aspetti economico-finanziari, deve essere altrettanto evidente che non si può pensare di operare con un personale inadeguato, non competente, o privo di energia e motivazione.

Questa riflessione, comunque, non deve portare a cadere nell’erronea convinzione che gestire le risorse umane come capitale significhi considerare le persone alla stregua delle macchine, o dei supporti tecnologici. Sebbene, infatti, l’HR Specialist non svolga una “professione d’aiuto”, ma una funzione aziendale al servizio delle necessità e dello sviluppo dell’impresa, è comunque evidente come i due punti di vista non siano affatto in contrasto: considerare le risorse umane come fattore di crescita aziendale spinge l'organizzazione a prestare attenzione anche agli aspetti legati al benessere complessivo del personale.

Dunque, chi si occupa di Risorse Umane fa proprio questo: lavora valorizzando al massimo il capitale umano a disposizione dell’impresa, con un occhio attento al business della stessa, e lo fa attraverso le attività proprie.

  • Selezionando le risorse umane in ingresso, scegliendo i profili più adatti alle esigenze dell’azienda e più compatibili con il contesto già esistente.
  • Evidenziando i bisogni formativi in azienda, e formando il personale al fine di lavorare sempre con competenze avanzate e aggiornate e/o modelli di lavoro più competitivi.
  • Valutando la performance e identificando delle politiche premianti, al fine di massimizzare motivazione, impegno e lealtà del personale.
  • Lavorando sullo Sviluppo e promuovendo la soddisfazione ed il benessere dei dipendenti, anche allo scopo di tutelare gli investimenti economici sostenuti in termini di selezione, formazione, e politiche retributive con l’obiettivo di trattenere il know how e le competenze all’interno dell’azienda e poter contare su dipendenti motivati, energici e che non andranno a “rivendere” all’esterno il know how eccellente ed up-to-date che hanno acquisito in azienda.