Tecniche e consigli

Esistono vari tipi di formazione: comportamentale, scolastica, aziendale ma tutte hanno come obiettivo quello di costruire un percorso di apprendimento. Questo percorso si basa su tre fasi che ogni buon formatore deve seguire:

1) analisi della domanda del committente e dei partecipanti;

2) fase di progettazione;

3) fase di realizzazione.

Durante queste fasi, il formatore utilizza gli strumenti professionali e personali a sua disposizione. L’efficacia di un intervento formativo si misura con la sua utilità per l’individuo, per il gruppo e per l’intera organizzazione. Ad oggi, a causa del cambiamento socio-tecnico, la nostra cultura è divenuta digitale e sono nati i concetti di digitalizzazione e multiculturalità in ambito formativo, fino ad arrivare ad un nuovo tipo di formazione, quella online. Vedremo più avanti il ruolo delle app e dei siti di formazione, la “gamification” e le metodologie didattiche partecipate ed altri consigli per un buon formatore.

 

Il passaggio dalla formazione tradizionale a quella online

L’individuo, oggigiorno, deve rispondere ad esigenze sempre più mutevoli e competitive nel contesto lavorativo, per cui una delle sue maggiori responsabilità è la formazione continua, in una prospettiva di life long learning. Sulla base di questo e grazie alle nuove tecnologie si è aperta la possibilità di integrare la formazione in aula con modalità sempre più accessibili, flessibili e dinamiche, avvalendosi quindi della formazione online.

L’e-learning apre le porte alla possibilità di personalizzare l’offerta formativa, centrandola sull’individuo e sulle sue esigenze, alla possibilità di raggiungere un numero elevato di persone, con costi limitati, alla possibilità di creare classi virtuali e di interfacciarsi con colleghi con background culturali diversi; allo stesso tempo, si discosta dal paradigma della formazione tradizionale che vede una formazione maggiormente standardizzata, focalizzata su un’offerta indistinta e collettiva, scarso coinvolgimento diretto, e la formalizzazione di un tempo ed uno spazio per l’apprendimento.

La formazione online ha permesso, quindi, di abbattere i confini: frequentare un corso ad Harvard, a Yale, al M.I.T. oggi è possibile attraverso i Massive Online Open Courses (MOOC), piattaforme che concedono possibilità di accesso “anytime and anywhere”, avvalendosi di lezioni fortemente interattive, supportate da molteplici canali di comunicazione, quali video, audio, riferimenti web, che abbattono la staticità della semplice lezione videoregistrata, ad un costo bassissimo se non del tutto gratuite. Tra le principali piattaforme MOOC troviamo Coursera ed Edx (piattaforme statunitensi), Emma (piattaforma europea) ed EduOpen (piattaforma italiana). L’accesso a questi “courses” e, riferendoci ad un più ampio contesto, l’accesso a modalità di e-learning è oggi possibile anche avvalendosi di modalità di mobile learning attraverso tablet e smartphone.

Le modalità di formazione online non sono da intendersi come un punto di arrivo, ma piuttosto come un nuovo punto di partenza: da poco si sta formalizzando una didattica che fa riferimento alla realtà virtuale, per offrire esperienze di apprendimento più concrete, riducendo i tempi di apprendimento.

 

Siti ed Apps per la formazione

Viviamo da circa 20 anni nel mondo digitale, per cui abbiamo a disposizione strumenti e applicazioni diffuse e gratuite per la formazione digitale, che ci permettono di migliorare il processo di apprendimento, sebbene la formazione digitale non sconvolga tutto ciò che è formazione tradizionale, né le teorie dell’apprendimento.

Tra gli strumenti più utili per la formazione possiamo ricordare:

WE SCHOOL: Si tratta di una piattaforma, una delle prime, di erogazione di percorsi di formazione gratuita e collettiva, per chiunque faccia parte del mondo scolastico o universitario, che permette ai docenti di creare lezioni creative superando il classico schema frontale.

GOOGLE SITE: Applicazione gratuita fornita da Google per la realizzazione di mini siti didattici che possono accompagnare il percorso di formazione e l’attività del formatore, comunicando con tutto il mondo di Google.

TEDTALK: I TedTalks sono delle conferenze statunitensi, nate nel 1984 come evento singolo e divenute poi un evento annuale molto atteso. All’inizio le conferenze si occupavano soprattutto di tecnologia e design, ma nel corso degli anni i relatori ospiti hanno potuto parlare dei più disparati argomenti, dalla politica alla musica, dalla letteratura alle neuroscienze. La poetica dei Ted Talks è riassunta nella formula ideas worth spreading” (idee che meritano di essere diffuse), motivo per cui a salire sul palco sono solitamente personaggi che hanno avuto esperienze straordinarie e vogliono condividere con il pubblico quanto hanno imparato.

CANVANIZER: Permette di realizzare il Business Model Canvas, che nasce per la macroprogettazione e la progettazione di dettaglio o per la riprogettazione di una impresa.

All’interno di un Business Model canvas sono rappresentati sotto forma di blocchi 9 elementi costituitivi di una azienda: segmenti di clientela, proposte di valore,canali, attività chiave, partner chiave, struttura dei costi, relazioni con i clienti, risorse chiave, flussi di ricavi.

Col Business Model Canvas, tutti hanno la possibilità di comprendere elementi complessi che riguardano il funzionamento di un’azienda perché si basa su un linguaggio visuale rapido da apprendere e accessibile al di là del background professionale.

Altri siti utili per la formazione, per presentare e diffondere un progetto, lavorare in gruppo o organizzare un gruppo sono Doodle, Prezi, Rai scuola, Padlet, Lino, Adobe Spark.

 

La gamification e le metodologie didattiche partecipate

La gamification è un concetto sempre più popolare che consiste nell’introdurre elementi caratteristici dei giochi in settori del tutto differenti, tra cui certamente quello della formazione. Nel suo libro sulla gamification intitolato L’arte del coinvolgimento Fabio Viola afferma che “ se sarà compreso il suo potenziale innovativo, l’engagement design avrà un promettente futuro davanti a sé ricco di ulteriori scoperte, implementazioni e successi” e che “ la sfida del coinvolgimento è appena iniziata”; lo scrittore spiega la natura e i processi del coinvolgimento identificando le due P del coinvolgimento, “personalizzazione” e “partecipazione”, e le  due C che lo caratterizzano , “completare” e “collezionare”  trovando nella premialità e nell’effetto sorpresa altri due fattori scatenanti del coinvolgimento.

Già nel ’700, Benjamin Franklin identificava nel coinvolgimento l’elemento chiave dell’apprendimento. Sua è infatti la frase “Dimmi e io dimentico, mostrami e io ricordo, coinvolgimi e io imparo”.

Proprio per questo è dunque necessario ai nostri giorni introdurre all’interno del modello di lezione classica alcune metodologie didattiche più partecipative, che coinvolgano maggiormente le persone in aula.

Il consiglio ai formatori 2.0 è quindi quello di servirsi di discussioni, lavori di gruppo, esercitazioni, roleplaying, simulazioni, casi, business games, project work, indoor e outdoor training, discussioni libere, training group, action learning per catturare maggiormente l’attenzione dei partecipanti sulle tematiche che si desidera trattare.

 

Ulteriori consigli perun buon formatore 2.0

Possiamo, in conclusione, fornire alcuni consigli generali per un formatore di successo.

Questo lo possiamo fare prendendo in considerazione il pensiero di un noto studioso della formazione del nostro secolo, Massimo Bruscaglioni, che dà un’interpretazione moderna della figura del formatore, sostenendo che ci sono tre elementi che il formatore deve possedere per realizzare un’azione formativa:

  • una componente di campo. L’esperienza di campo, cioè la profonda conoscenza dell’organizzazione in cui si opera, permette di fare formazione adeguata all’ambiente in cui le persone lavorano. Ogni apprendimento/insegnamento deve innestarsi coerentemente in uno specifico ambiente;
  • una componente di metodo. Ogni attività di insegnamento per adulti che lavorano nelle organizzazioni deve servirsi di “metodi speciali”: adeguati, cioè, alla delicatezza ed alla complessità dei fenomeni inevitabilmente connessi all’apprendimento dell’adulto sul lavoro, alle relazioni che egli ha con il proprio ambiente e con sé stesso;
  • una componente di contenuto. Ogni apprendimento/insegnamento richiede una competenza tecnica, ma anche una certa passione, legata alla materia di docenza, di chi insegna.

Campo-contenuto-metodo diventano le tre componenti della professionalità di base della formazione e quella di ogni formatore, rendendo necessaria la loro integrazione e sinergia perché nessuna delle tre può mancare nella definizione di un sistema globale della professionalità formativa.

L’autore individua, inoltre, tre tipologie di capacità:

  • capacità di base, quali: diagnosi della situazione; comprensione delle relazioni nell’organizzazione; analisi dei bisogni formativi; analisi delle strutture formali dell’organizzazione; capacità di ricerca; comprensione della realtà sociale;
  • capacità di tipo didattico, come: comunicare; controllare i processi di gruppo e interpersonali; persuadere in situazione didattica; gestire la situazione didattica;
  •  capacità di tipo manageriale: agire politicamente nell’organizzazione; contrattare con il committente; prendere decisioni, prevedere e programmare; individuare reperire le risorse interne ed esterne necessarie.

Un’altra lettura della professionalità del formatore infine, realizzata da Andrea Ceriani, traccia un’analisi delle capacità e delle competenze richieste, conoscenze, abilità, meta-qualità. Tra le meta-qualità possiamo citare: creatività, capacità di pensiero, capacità di apprendimento, e consapevolezza di sé.

Queste dunque le capacità e qualità di un moderno formatore che, se accostate alla conoscenza del digitale e delle tecniche di gamification e coinvolgimento attivo delle metodologie didattiche, gli permettono di restare al passo coi i tempi.

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Bibliografia e sitografia

  • Cinti P. (2018). Slides sul modulo Formazione - Master in Risorse Umane, MELIUSform, Roma.
  • Pirri P. (2017). Le arti della formazione. Progettare e realizzare interventi formativi di successo, EPC editore, Roma
  • Fabio Viola, V.I. Cassone, L’arte del coinvolgimento, 2017, Ulrico Hoepli Editore, Milano
  • L.M. Massimo, R.Massimo, Gestione e valorizzazione delle Risorse umane, Maggioli Editore, 2009 p. 440,441
  • Bruscaglioni M., Sfide aperte al mondo della formazione, in AIF, Professione Formazione, Milano, 1988, 397.
  • Ceriani A., Il formatore, pp. 137-139, in SC. (a cura di), Volti dell’educazione. Dal bisogno sociale alla professionalità pedagogica, Brescia, Editrice La Scuola, 1996.

A cura di Marianna Beretta AnguissolaMaria Livia D'OnofrioRosa Di MasoLaura GarofoliRafaela Patricia Giuca (partecipanti agli Executive Master in Direzione del Personale e Risorse Umane)

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