A cura di A. Brancatelli, Legal Director MoneyGram

Di recente ho letto una definizione di innovazione, nella sua accezione generale, che mi sembra puntuale per descrivere il fenomeno. In particolare, l’innovazione viene identificata come un percorso – misurato in genere in un arco temporale mediamente lungo 10 anni – che implica l’adozione di modelli alternativi, i quali successivamente diventano prevalenti. Inoltre, l’innovazione riguarda, prima o poi, tutti i settori, le imprese e di conseguenza impatta direttamente tutti coloro che lavorano in un’impresa o la supportano.

Tra i soggetti impattati dall’innovazione di un’impresa figura, tra i vari, anche il giurista d’impresa che si occupa di gestire le questioni legali all’interno di una azienda e la cui figura professionale in questi ultimi anni, per vari motivi, sta diventando centrale e attrattiva nel panorama legale. Appare comprensibile che un valido giurista d’impresa deve necessariamente accrescere le proprie competenze professionali per supportare l’azienda nel percorso innovativo ed in parallelo deve dotarsi di nuovi strumenti, da aggiungere alla propria cassetta degli attrezzi, cosi come offerti dall’evoluzione della tecnologia, che naturalmente impatta anche i servizi legali (es. intelligenza artificiale a supporto dell’analisi di documenti, redazione automatica di clausole contrattuali, organizzazione digitale del sapere legale ecc.).

In sintesi, l’innovazione legale si sostanzia:

  • in nuove conoscenze giuridiche che generano dall’innovazione tecnologica in atto in tutti i settori e che portano il legale a dover affrontare nuovi modelli di business che tuttavia devono essere ricondotti ai noti istituti giuridici;
  • in nuovi strumenti innovativi a disposizione dell’operatore del diritto ed offerti sempre dall’innovazione tecnologica.

Dunque, l’innovazione tecnologica va compresa e gestita anche e soprattutto dal giurista d’impresa che si trova ad operare nel mondo delle aziende, per prime esposte al cambiamento innovativo, e alla digitalizzazione. Per riassumere, si potrebbe affermare che l’impresa 4.0 necessita di giurista d’impresa 4.0, inoltre, se fino ad oggi al buon legale era richiesto di essere “business oriented”, con la trasformazione del mondo produttivo e l’avvento delle tecnologie innovative all’avvocato viene altresì richiesto di essere “technology oriented”, ovvero sviluppare quelle qualità professionali che permettano di comprendere l’innovazione e tradurla nel linguaggio legale e nelle forme giuridiche corrette.

L’Associazione Italiana Giuristi d’Impresa (AIGI) è da sempre pronta a cogliere le sfide del cambiamento e a supportare i propri soci nella formazione continua. In particolare, con riferimento all’innovazione legale AIGI ha creato, ormai quasi 3 anni fa, un cantiere che si occupa di approfondire tematiche innovative e/o a contenuto tecnologico, e la definizione di “cantiere” non è affatto casuale ma intende sottolineare l’approccio concreto e pratico nell’affrontare le predette tematiche. Sempre all’interno di AIGI è stato creato un importante raccordo con il mondo delle imprese inaugurando vari tavoli di lavoro con le principali associazioni di categoria delle imprese nazionali, ed uno di tali tavoli di confronto è appunto dedicato al nuovo sapere digitale ed ai nuovi strumenti tecnologici offerti al legale.

Avendo fin qui tracciato il perimetro dell’innovazione legale – che ricordiamo riguarda principalmente nuovo sapere professionale generato dall’evoluzione della tecnologia e nuovi strumenti innovativi per svolgere la professione – passiamo ad analizzare brevemente quali sono queste novità e allo stesso tempo quali sono le relative sfide professionali.

Per quanto riguarda il c.d. nuovo sapere digitale la sfida per il giurista d’impresa è quella di seguire e saper gestire le nuove materie che spesso, come sopra anticipato, contengono fenomeni tecnologicamente definiti (ad es. bitcoin) ma che ancora non trovano una classificazione giuridica definitiva. Il riferimento, ad esempio è all’intelligenza artificiale, agli smart contracts, alla tecnologia blockchain, alle evoluzioni della privacy by design, al fintech ed ai nuovi contratti. Seguire le evoluzioni normative, giurisprudenziali, di dottrina e di prassi relativamente alle predette nuove materie innovative è una fase essenziale di questa sfida, ancora più rilevante se si considera che si tratta di fenomeni in costante e rapida evoluzione tecnologica che il legislatore si trova costretto ad inseguire.

In questo contesto mutevole, il legale ha a disposizione una serie di strumenti innovativi che tuttavia prima di divenire pienamente utili ed efficaci comportano un’ulteriore sfida per il giurista d’impresa e, infatti, vanno analizzati in base ai requisiti normativi locali (si tratta spesso di tool globali che necessitano di essere adeguati al quadro normativo di riferimento), selezionati in base alle reali e concrete esigenze e solo alla fine implementati all’interno dell’ufficio legale. Tra i c.d. tool frutto dell’innovazione legale si possono richiamare, a titolo esemplificativo, gli strumenti per:

  • standardizzare documenti e processi;
  • gestire la privacy;
  • far incontrare domande e offerta servizi legali;
  • gestire attività e fatturazione studi legali esterni;
  • distribuire carichi di lavoro all’interno dell’ufficio legale;
  • agevolare la collaborazione con altre aree interne all’azienda;
  • introdurre analisi predittive pre-contenzioso;
  • conservare e mettere a disposizione il sapere legale e gestire la segretaria societaria.

Interessante notare che negli Stati Uniti sta sorgendo la nuova figura professionale del Legal Operations, ovvero del legale responsabile di gestire e mettere a disposizione dei colleghi dell’ufficio legale tali predetti nuovi tools. Inoltre, la tecnologia ha cambiato l’interazione tra giurista d’impresa e studi legali, nonché tra giurista d’impresa e autorità offrendo, in entrambi i casi, nuovi strumenti innovativi.  In particolare, gli studi legali esterni sono spesso i primi a sviluppare soluzioni innovative per la gestione del lavoro legale e per dialogare in maniera più efficace con i clienti. Con approccio imprenditoriale, e allo stesso tempo sartoriale, tali nuove soluzioni possono essere eventualmente sviluppate dal giurista d’impresa per adeguarle ad un utilizzo nell’ufficio legale interno ad un’impresa. Inoltre, anche la maggior parte delle autorità regolamentari ha ormai sviluppato soluzioni innovative e canali di comunicazione e/o di sorveglianza basati su nuove tecnologie (es. canale fintech di Banca d’Italia). Pertanto, anche nelle relazioni con gli studi legali e con le autorità la padronanza di tali strumenti diventa essenziale.

La pandemia ha accresciuto le nostre conoscenze tecnologiche nonché allargato l’offerta di strumenti innovativi, dunque, ha accelerato un processo di innovazione legale che era già in atto. Tale processo riguarda tutte le professioni legali, ed ogni categoria dovrà superare le proprie sfide. Il giurista d’impresa, svolgendo la propria attività all’interno dell’azienda, soggetta essa stessa alla digitalizzazione ed all’introduzione di nuovi modelli di business, si trova in prima linea a gestire il cambiamento e questo potrà essere affrontato solo con adeguato aggiornamento professionale, anche talvolta in materie tradizionalmente riservate agli esperti di tecnologia.

Ultima modifica il 31/03/2021

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