Work-Life Balance: equilibrio tra lavoro e vita privata

Sempre più attuale nel periodo che stiamo vivendo è il concetto di equilibrio tra lavoro e vita privata: l’emergenza sanitaria ha indotto (e in alcuni casi costretto) molte aziende a rivedere il proprio modus operandi nell’organizzazione del lavoro dei propri dipendenti nella direzione di una più flessibile gestione del tempo e del luogo in cui si svolge effettivamente la prestazione. 

Si è verificato un vero e proprio “stravolgimento” di tempo e spazio, questi due concetti cambiano radicalmente: il tempo si dilata, ogni giorno sembra uguale al precedente, subentra l’aspetto della noia, è tutto fermo in attesa di qualcosa. E anche nel lavoro questo crea stati d’animo diversi: c’è chi vive ancora più forte il senso di solitudine dato dal lavorare a casa, in quanto viene privato dai contatti relazionali a cui era ormai abituato; chi invece si sente più libero, meno oppresso dallo stress quotidiano di doversi spostare (con investimenti di tempo anche onerosi a tratti) e quindi vive questa parentesi in modo positivo. Anche lo spazio subisce evidenti stravolgimenti: lo spazio esterno all’abitazione generalmente sovraffollato, denso, veloce, diventa improvvisamente desertico e vuoto; termina la frenesia di vivere le relazioni in luoghi angusti e ci si tiene invece “a debita distanza”, lontani dai rischi che potrebbero provocare contatti stretti e ravvicinati. Ha perso importanza la formalità nel prepararsi per uscire e recarsi in ufficio, viviamo con maggiore spontaneità nell’abbigliamento e cadono quindi anche alcune barriere relazionali che nella fase pre-emergenza a volte erano quasi un biglietto da visita per presentarci al mondo esterno. E’ così che nasce e si plasma la definizione di “lavoro agile”, una formula che descrive la prestazione per fasi, cicli e obiettivi senza precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro con l’utilizzo di strumenti tecnologici utili ai fini dell’espletamento della propria attività lavorativa. E’ una nuova dimensione lavorativa che va al di là del tempo e dello spazio, serve intelligenza strategica per poter gestire questa nuova modalità di lavoro e formazione per definire indicatori, misurazioni e reciproca collaborazione per una nuova visione comune del “bene lavoro”.

Il concetto “work-life balance” è stato usato per la prima volta in Gran Bretagna alla fine degli anni 70 e negli ultimi anni, in risposta allo sviluppo tecnologico, si è vissuta una trasformazione epocale che ha cambiato il luogo e il tempo correlati al lavoro. E-mail e cellulari rendono possibile il lavoro anche al di fuori del tradizionale ufficio e il fatto di operare da casa rende possibile, nella maggior parte dei casi, un ampliamento degli orari standard di lavoro, che si contrappone alla classica formula 9-18. Le aziende si stanno rendendo conto di come i ritmi e le sfide da vincere nel mercato odierno non possano più essere legate ad un mero fattore orario giornaliero, ma sono invece più legate ad aspetti di coinvolgimento attivo e partecipativo delle risorse, incremento di qualità nel lavoro, ottimizzazione delle tempistiche e dei costi. In questo senso la funzione HR interviene da “moderatore” nell’ottica di favorire un incontro tra i bisogni-sogni dei collaboratori e i bisogni-sogni dell’azienda. Serve una maggiore flessibilità di tempo e spazio. Soprattutto per quanto riguarda le nuove generazioni, che chiedono e cercano realtà aziendali che applichino i principi del lavoro agile e del work-life integration (l’84% dei Millennials e il 75% dei baby boomers crede che grazie al lavoro flessibile le aziende possano reclutare e trattenere i talenti migliori). Questo porta le aziende a comprendere i bisogni, modellare il modello work-life integration secondo le proprie esigenze e trasformare quindi la propria organizzazione infondendo una cultura innovativa ed evolutiva in base al nuovo mercato e alle caratteristiche della società odierna. Se questo può sembrare positivo e far intravedere solo vantaggi, bisogna però prestare attenzione anche al lato oscuro dello smart working, soprattutto nella recente esperienza vissuta durante il lockdown: noia, frustrazione e solitudine sono sensazioni ricorrenti; come altrettanto la paura di perdere il posto, il cambiamento della routine settimanale e lo stress di gestire la famiglia, con la conseguente sensazione di sentirsi meno produttivi. Questo è quanto emerge da un sondaggio Ipsos condotto su quasi 13000 lavoratori in 28 Paesi nel mondo. Diversi studi dimostrano che ai tempi della pandemia si lavora di più, con giornate più lunghe rispetto a quando ci si recava in ufficio. E un lavoratore su 4 ammette che sente una vera e propria invasione del lavoro nei tempi e negli spazi della vita privata.  Sembra quindi finita l’era del work-life balance e inizia quella della work-life integration: non può esistere un equilibrio perfetto, la vita è di per sè dinamica, esigente, indulgente e tranquilla a seconda delle circostanze. Quindi in primo luogo bisogna stabilire la propria definizione personale di ciò che significa equilibrio; e successivamente creare consapevolezza nei comportamenti che supportano o vanno invece contro il risultato desiderato, sia dal punto di vista individuale che da quello organizzativo. Il tempo è percepito come una risorsa scarsa e prevale la sensazione che siano gli altri a gestirlo per noi, a volte stabilendo delle priorità e decidendo su quali ambiti dovremmo dedicare più energie. Un buon work-life balance si raggiunge quando si ha un senso di soddisfazione complessiva rispetto alla propria vita, all’energia spesa nei diversi ambiti dell’esistenza (vita privata, lavoro, interessi extra-professionali) e agli obiettivi raggiunti o che si intendono raggiungere.

Le aziende hanno iniziato a capire l’importanza di creare ambienti favorevoli al successo nella vita lavorativa per far sentire davvero le persone integrate e partecipi alla vita aziendale, seppur da remoto. E possono, con una serie di strumenti quali telelavoro, orari flessibili, facilities per i dipendenti, favorire ulteriormente il raggiungimento di un buon livello di benessere nella propria forza lavoro. Questo in generale porta infatti a maggiore dedizione, un incremento nella motivazione e una diminuzione dei livelli di stress. Oltre ovviamente a fidelizzare i propri dipendenti, creare retention e ridurre i rischi di perdere risorse importanti per il successo della propria organizzazioneNon esiste però un equilibrio unico e uguale per tutti, la costruzione del proprio Work-Life Balance/Integration è in continua evoluzione e dipende spesso da diversi fattori: età e generazione di appartenenza, motivazione e valori, approccio e stile di integrazione tra vita personale e professionale. In questo caso la psicologia ci viene in aiuto affermando che come esseri umani abbiamo bisogno di una pluralità di fattori per stare bene e per soddisfare questi aspetti ci si sperimenta in diversi ambiti, non solo in quello lavorativo e familiare. Lo sport, le relazioni amicali, interessi culturali sono passioni che incrementano la nostra autostima e la capacità di governare le situazioni, facendoci reagire in modo efficace a difficoltà e imprevisti. Le relazioni in azienda e a casa migliorano, c’è maggiore energia e motivazione nei diversi ambiti, maggiore produttività e flessibilità. E soprattutto ci permette di vedere ogni elemento come tessera di un puzzle che per definirsi completa necessita di tanti elementi diversi e tra loro concatenati. Se parlando di work-life balance ci si riferisce all’equilibrio tra tempo dedicato al lavoro e tempo dedicato alla vita privata così che ci sia garanzia della nostra totale realizzazione nei due ambiti senza sacrifici, con il termine work-life integration si ha quindi un approccio più olistico e si presuppone la libertà del singolo di decidere quanto tempo dedicare alle varie sfere della propria vita (non solo familiare e professionale), così da essere attivi nel decidere e fissare le priorità.

Quali sono gli strumenti a disposizione delle aziende per andare incontro al concetto di work-life integration?

  1. Valutare i propri programmi (se ne esistono) di conciliazione vita-lavoro, in base alle diverse professionalità che lavorano in azienda, condurre un sondaggio per captare meglio le esigenze di ognuno, e infine creare programmi efficaci per la gestione della vita lavorativa.
  2. Introdurre il work-life integration nel sistema di gestione delle prestazioni, consentendo ai dipendenti di impostare obiettivi che possano essere monitorati, discussi ed eventualmente rivisti con frequenti incontri one to one.
  3. Convincersi che è più efficace concentrarsi sulla qualità delle prestazioni che sulle ore impiegate al lavoro, creando quindi un clima di sostegno e fiducia e promuovendo la comunicazione interna in modo che tutti possano sentirsi partecipi, ricevere feedback e darsi degli obiettivi in un’ottica di responsabilizzazione personale.

Il fatto che sempre più i confini tra vita personale e vita professionale si intersechino è qualcosa che va accettato in termini di impatto: non ci sarà magari un perfetto equilibrio, ma si può sicuramente trovare un’armonia tra le due, nell’ottica di una maggiore flessibilità, adattabilità e soddisfazione di tutti i lavoratori.

Bibliografia e Sitografia    

  • Materiale Master Meliusform
  • “Politiche retributive e welfare aziendale", David Trotti
  • “Thinking, fast and slow", Daniel Kahneman
  • https://argomenti.ilsole24ore.com/parolechiave/work-life-balance.html
  • https://forbes.it/2019/12/10/e-finita-lera-del-work-life-balance-inizia-quella-della-work-life-integration/
  • https://www.pmi.it/impresa/business-e-project-management/75695/work-life-balance-10-consigli-per-gestirlo-al-meglio.html
  • https://blog.mindwork.it/lavoro-e-vita-personale-passare-dal-modello-work-life-balance-al-work-life-integration/
  • https://news-town.it/cultura-e-societa/29157-lo-stravolgimento-di-tempo-e-spazio-ai-tempi-del-coronavirus.html
  • https://www.filodiritto.com/il-lavoro-agile-al-di-la-del-tempo-e-dello-spazio-e-topolino-1983

A cura di L.Venegoni (partecipante dell'Executie Master in Amministrazione del Personale e Consulenza del Lavoro)

​Questi ed altri temi sono affrontati nei Master in Gestione del Personale.

Ultima modifica il 16/02/2021

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