Welfare Aziendale

Il livello di produttività e la qualità del lavoro nelle aziende è direttamente proporzionale al benessere psicofisico dei lavoratori. Come un’azienda può aiutare i propri dipendenti e salvaguardare il loro stato di salute?

Adottando una buona, se non ottima strategia di Welfare Aziendale.

Con ciò si intende un insieme di beni e servizi che un’azienda offre ai propri dipendenti che hanno come fine il miglioramento della qualità della vita delle persone e di conseguenza un aumento della motivazione, della produttività e della qualità del lavoro. La gestione della salute in azienda comprende tutte le strutture e le procedure aziendali volte a promuovere e migliorare la salute dei collaboratori. Le iniziative per soddisfare i dipendenti spesso sono di natura monetaria, dall’aumento di stipendio ai bonus, ma la sola retribuzione economica non basta. A questa devono infatti essere integrate altre politiche di welfare, come: la possibilità di offrire asili nidi presso le aziende per garantire la carriera lavorativa di chi è genitore, servizi medici di consulto anche per chi lavora da remoto e garantire una maggiore flessibilità in termini di spazi e tempi per una migliore conciliazione vita-lavoro.

Cresce nell’ultimo anno, con l’avvento delle forme di remote working, la richiesta di fringe benefit, cioè l’uso di beni aziendali, come auto, telefono, computer aziendale e flexible benefit, ovvero il lavoratore può decidere tra i servizi offerti dall’azienda: convenzioni per lo sport e attività culturali, voucher, baby sitting e assistenza ad anziani e non autosufficienti. La pandemia di COVID-19 ha agito da acceleratore di queste forme di welfare aziendale ed ha messo in evidenza la necessità di fornire dei mezzi di tutela per i lavoratori che possano essere validi anche per il futuro. Infatti, le aziende con una base di welfare più solida sono riuscite ad affrontare al meglio il periodo di crisi, cercando di potenziare il loro approccio organizzativo rendendolo ancora più flessibile e ponendosi in questo modo come punto di riferimento per le restanti imprese con un sistema welfare molto fragile.

Occorre sottolineare che le iniziative di welfare variano tra le diverse aziende e questo porta ad una definizione personalizzata delle stesse. Quest’ultima è possibile suddividerla in 3 fasi: la prima è l’analisi sia dei bisogni degli stessi dipendenti che dei servizi offerti. Segue la fase di progettazione in cui occorre valutare le proposte ed i vantaggi che se ne ricavano, ed infine l’erogazione.

Una volta erogato un buon piano di welfare, è necessario monitorare lo stato di salute aziendale. Secondo Network Advisory sono 5 gli indicatori di cui tener conto:

  • Crescita
  • Redditività
  • Efficienza (o Liquidità)
  • Solidità
  • Solvibilità

Come si misura il fattore crescita? Attraverso lo sviluppo della dimensione operativa (fatturato), e lo sviluppo della dimensione strutturale (totale attivo, capitale netto). Il secondo indicatore riguarda la redditività: quanti ricavi del fatturato restano all’azienda sottraendo i costi? Fa dunque riferimento alla capacità dell’impresa di produrre reddito in relazione alle risorse investite. Per quanto riguarda la liquidità non bisogna considerare solo il fatturato, ma attuare anche un'accurata gestione finanziaria, ovvero far fronte tempestivamente e in modo conveniente al ciclo di entrate e uscite tipiche di ogni realtà aziendale. Il quarto indicatore è il livello di solidità dell’azienda, nonché la “robustezza” patrimoniale della stessa. Ultimo elemento fondamentale per monitorare lo stato di salute dell’azienda è il grado di solvibilità, cioè la sua capacità di coprire i debiti finanziari attraverso i flussi di cassa generati dalla propria attività operativa. Lo studio dello stato di salute aziendale è qualcosa di complesso poiché, come emerge dall’articolo, segue un approccio multi-dimensionale. La sfida è quella di valorizzare il patrimonio già presente in azienda.

Per questo motivo, occorre individuare dei collegamenti logici tra i cinque indicatori sopra elencati e le politiche di welfare aziendale, dal momento che si influenzano a vicenda. L’azienda in buona salute è sicuramente quella in cui i dipendenti, ritrovandosi a lavorare in un ambiente sereno, stimolante e in continuo sviluppo, hanno una produttività maggiore tale da incidere sul miglioramento delle performance della stessa.


A cura di Simona Carotenuto e Ivana Evola (partecipanti dell'Executive Master in Direzione del Personale e dell'Executive Master in Risorse Umane).

Questi ed altri temi sono affrontati nei Master in area HR, Lavoro, Paghe e Sviluppo.

 

Ultima modifica il 03/01/2022

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