A cura di A. Campanella, Docente in area Gestione del Personale

Il Covid ha consolidato una tendenza che era già in atto da molto tempo, ovvero gestire i processi di ricerca e selezione del personale grazie ai colloqui on-line.

Prima di marzo, il “video colloquio” su Skype (o qualsiasi altra piattaforma similare) veniva utilizzato in particolare per snellire la prima parte del processo di selezione, quella riguardante le interviste necessarie alla valutazione delle motivazioni e dell’aderenza del profilo del candidato a quello del target del processo di selezione, fornendo, inoltre, i primi dettagli relativi all’azienda cliente e alla posizione da ricoprire.

Non di rado, abbiamo utilizzato queste piattaforme per “incontrare” virtualmente soprattutto candidati di altre città, riservandoci poi la possibilità di fissare un secondo colloquio di approfondimento di persona, in modo da poter valutare anche tutti gli altri aspetti di un candidato a prescindere dalle hard skills possedute.

Generalmente gli “incontri” online avvenivano durante l’orario di lavoro e quindi i candidati si presentavano in video come se fosse un normale incontro in presenza, spesso collegandosi dall’ufficio, quindi un luogo sufficientemente asettico e professionale, con un approccio mentale probabilmente influenzato dall’ambiente che li circondava.

Come purtroppo sappiamo, la pandemia e le misure di restrizione adottate per il suo contenimento, hanno cambiato radicalmente l’iter dei processi di selezione, trasformando il video colloquio da “evento saltuario” allo standard quotidiano. Per i prossimi mesi, almeno fino a quando ci sarà l’emergenza sanitaria, la video intervista sarà il principale “luogo” di incontro tra selezionatore, azienda e candidato; ho usato il termine “luogo” perché come tale dobbiamo considerarlo.

In questi mesi, soprattutto durante il lockdown, ho riscontrato un lieve cambiamento delle consuetudini che contraddistinguono solitamente un colloquio di selezione, rendendo questo spazio meno istituzionale rispetto al passato. Prepararsi mentalmente ad un colloquio, chiedere un permesso per assentarsi dall’ufficio, pensare all’abito giusto, all’approccio da avere con l’interlocutore, addirittura studiare il percorso stradale migliore e le possibilità di parcheggio per evitare ritardi, erano tutte buone prassi che la maggior parte dei candidati metteva in pratica prima di incontrare un selezionatore.

Oggi invece il colloquio viene inserito tra le tante call pianificate in agenda una dopo l’altra e questo comporta in alcuni casi una minor concentrazione generale del candidato nei confronti dell’intervista che, ricordiamolo, è lo step più importante di un processo di selezione; il fatto di essere in un ambiente “familiare” anziché in un luogo estraneo, o di sentirsi al riparo dietro lo schermo di un computer, non deve indurre all’errore. Malgrado la distanza generata dall’utilizzo di piattaforme di video conferenza, il selezionatore sarà comunque molto attento a cogliere e distinguere a pieno anche tutti quegli aspetti “non verbali” del candidato, elementi che spesso influenzano la valutazione finale.

Come per un normale colloquio, anche prima di un incontro “digitale” il modo migliore per avere successo è quello di prepararsi al meglio, e prestare attenzione all’approntamento degli spazi e della tecnologia a disposizione.

Alcune piccole regole possono aiutare candidato e selezionatore e gestire l’intervista nella maniera più efficace possibile:

1. Scegliere lo spazio più idoneo

È importante scegliere un luogo tranquillo e privo di rumori di sottofondo; per quanto limitato all’ambiente domestico, dovrebbe essere il più possibile professionale. L’illuminazione da preferire dovrebbe essere quella con una luce naturale di fronte, oppure creare la giusta illuminazione con lampade da scrivania, cercando di capire dove posizionare la videocamera in modo da non essere nascosto dall'ombra. Sono assolutamente da evitare i collegamenti in macchina con il cellulare o tablet appoggiati sul cruscotto, sul terrazzo o comunque all’aperto. Così come sarebbe opportuno accertarsi che il device utilizzato per la call sia ben posizionato con un appoggio fisso per evitare un effetto ondulatorio molto fastidioso per chi è collegato dall’altra parte.

Altrettanto importante è la scelta dello sfondo: mi sembra banale sottolineare che bisogna evitare di lasciar intravedere in sottofondo letti, divani, o ambienti disordinati; l’ideale sarebbe una parete neutra che aiuti l’interlocutore a concentrarsi sul candidato: una libreria ordinata rende l’ambiente sicuramente molto professionale. Quasi tutte le app maggiormente utilizzate, hanno la possibilità di sfocare lo sfondo o caricarne uno virtuale. Mi è capitato di intervistare candidati “virtualmente” alle Galapagos, o in un loft a Manhattan, addirittura nella stanza ovale della Casa Bianca… se proprio volete utilizzare uno sfondo virtuale perché siete costretti a chiudervi nello sgabuzzino per evitare rumori casalinghi e quant’altro, allora utilizzate uno sfondo il più possibile pulito o neutro.

2. Testare la strumentazione

Mi vede? Mi sente bene? Quasi tutte le call iniziano con queste due domande. Il più delle volte non è colpa della connessione, ma degli utenti che non si sono ricordati di abilitare webcam o microfono. Oltre che testare la qualità della connessione e del segnale wi-fi, sarebbe opportuno prendere confidenza in anticipo con l’app indicata come piattaforma per effettuare la call e verificare che webcam e microfono siano abilitati dato che tutte le app permettono di testarli prima di iniziare una conversazione. L’utilizzo di auricolari aiuta a migliorare la qualità del suono ed isolare rumori circostanti.

Una apparente banalità che è bene sottolineare dato che più volte mi sono imbattuto in questo inconveniente: è bene avere a portata di mano l’ID è il cellulare del proprio interlocutore in modo da poterlo chiamare quanto prima se dovessero sopraggiungere problemi di connessione.

3. Abbigliamento e relazione 

Il fatto di trovarsi a casa, in smart working, non deve svilire il contesto di un colloquio, la dinamica candidato/valutatore è sempre la stessa e il selezionatore sarà ancora più attento ai dettagli, proprio perché non avrà la possibilità di osservare il candidato di persona. Durante le interviste dal vivo, stiamo sempre molto attenti alla forma, allo standing e alla comunicazione non verbale dei candidati; come accennavo all’inizio di questo articolo, lo stesso vale anche durante le video interviste, con qualche difficoltà oggettiva in più, ma con la stessa esigenza di osservare e valutare i candidati a 360°.

È quindi altrettanto importante “cercare” con lo sguardo l’interlocutore fissando bene la webcam quando si parla, senza farsi distrarre da altre finestre; non è semplicissimo perché tendenzialmente si è portati a orientare lo sguardo verso le finestre che raffigurano l’interlocutore o peggio verso la finestra piccola che raffigura noi stessi. Fa sembrare sfuggenti, non da una sensazione di tranquillità e sicurezza all’intervistatore.

L’aspetto e l’abbigliamento dovranno essere ugualmente curati, non è necessario presentarsi con tailleur o in giacca e cravatta, l’importante è contestualizzare la situazione che si sta vivendo, dimostrando capacità di adattamento e di gestione della relazione.

Malgrado questi accorgimenti, le regole che valevano per il colloquio dal vivo valgono anche per la versione “on-line”. Fate domande e siate voi stessi… e non sbirciate troppo negli appunti che avete preparato sulla tastiera perché spesso, ce ne accorgiamo!


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Ultima modifica il 04/11/2020

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